Sanihelp.it – Il declino cognitivo lieve è una condizione clinica che può precedere lo sviluppo di demenze e malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. Può insorgere dai 60 anni in poi, arrivando a un’incidenza del 25,2% nella fascia di età 80-84. Una diagnosi precoce è fondamentale per contrastare il decorso della condizione di rischio.
Oggi lo studio LipiDiDiet, condotto da un consorzio indipendente e pubblicato su The Lancet Neurology, mostra come un trattamento nutrizionale specifico, iniziato subito dopo la conferma diagnostica e proseguito per almeno 2 anni, possa contribuire a preservare il tessuto cerebrale, stabilizzare le funzioni cognitive e la capacità di svolgere le normali attività quotidiane.
Il declino cognitivo lieve non può essere definito una malattia, ma un campanello di allarme. Questo non vuol dire che tutti coloro che ricevono una diagnosi di declino cognitivo lieve svilupperanno malattie come l’Alzheimer, ma è fondamentale sapere che intervenendo tempestivamente si può prevenire l’aggravamento della condizione e contrastarne la progressione.
Secondo una ricerca condotta da Doxa Pharma su un campione di 500 persone tra i 50 e i 75 anni, l’invecchiamento cerebrale, collegato alla perdita di memoria e all’incapacità di ricordare fatti recenti, è una fonte di grande preoccupazione per l’85% degli intervistati e ben il 60% considera il declino cognitivo addirittura più grave delle patologie cardiovascolari o del diabete.
Ci sono dei segnali che non devono preoccupare, ma destare attenzione. La perdita di memoria è uno di questi e va distinto dalle normali dimenticanze dettate da stress o stanchezza. La ripetitività degli episodi e la progressione del disturbo, che vanno a incidere sulla gestione delle attività quotidiane, sono il sintomo più rilevante. Come conferma la ricerca Doxa Pharma, il medico di medicina generale è il primo referente per richiedere informazioni (73% degli intervistati).
Il trattamento testato nello studio, souvenaid, contiene una miscela brevettata di nutrienti attivi tra cui acidi grassi Omega-3, colina, uridina monofostato, fosfolipidi, antiossidanti e vitamine del gruppo B. I ricercatori del consorzio LipiDiDiet non solo hanno evidenziato i benefici della miscela brevettata, ma anche l’importanza di un intervento tempestivo e dell’aderenza alla terapia come fattori chiave per il successo terapeutico.