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I sintomi dell’autismo sono meno diffusi tra le donne

Autismo e differenze tra i sessi

Sanihelp.it – Da una recente ricerca, condotta presso l’Università Bicocca di Milano, è emerso che i disturbi dello spettro autistico (ASD) sono meno diffusi nel genere femminile, grazie ad una diversa predisposizione del cervello delle donne alle informazioni sociali. In altre parole, i comportamenti stereotipati, le difficoltà nell’instaurare rapporti sociali, lo scarso interesse per gli altri e i deficit nella comunicazione, tipici dell’autismo, in media affliggono i maschi più  delle femmine, e ciò in un rapporto che i ricercatori italiani stimano di 4 a 1.


Nei pazienti affetti da ASD l’interazione sociale è compromessa dall’incapacità di guardare in faccia le persone e sostenere il loro sguardo, legata ad un’abnorme reattività dell’amigdala che genera le sensazioni di paura. Lo studio sperimentale, pubblicato su Social Cognitive and Affective Neuroscience, pare dimostrare che le donne siano in grado di comprendere la gestualità anche se private di informazioni facciali; sembra, infatti, che queste ultime prestino più attenzione all’espressività corporea e comprendano meglio la mimica gestuale. Inoltre, una precoce deprivazione di interazioni sociali risulterebbe in un’attivazione deficitaria del cervello sociale, a prescindere da eventuali anomalie già presenti alla nascita: in questo caso il cervello femminile sarebbe protetto dalla maggiore predisposizione genetica a comunicare.

Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno misurato le risposte bioelettriche cerebrali in 31 studenti (15 maschi e 16 femmine), durante l’osservazione di alcune immagini di attori che mimavano 800 gesti di facile comprensione, come ad esempio le mani che strofinano le braccia a mimare il fatto che si stia sentendo freddo. Senza vedere il volto degli attori, i partecipanti allo studio hanno dovuto decidere se l’immagine combaciava con una breve descrizione verbale che ne spiegava il senso.

Ebbene, i risultati hanno mostrato come le donne fossero molto più rapide a rispondere e, soprattutto, l’oscuramento del volto non influenzava la loro accuratezza, né riduceva i loro potenziali bio-elettrici cognitivi, cosa che nei maschi procurava invece una significativa difficoltà nelle comprensione dei gesti.

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