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Rosacea: un malato su 5 tenuto in ostaggio dalla malattia

Sanihelp.it – La rosacea ha un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne è affetto. A oggi  non ha una cura definitiva e chi ne soffre prova perdita di fiducia in se stesso, frustrazione e rassegnazione. Una recente indagine internazionale, promossa da Galderma e condotta su oltre 700 individui con rosacea e 500 medici, ha valutato il reale impatto di questa malattia, le cui manifestazioni, secondo quanto dichiarato dagli interessati, rimangono costantemente visibili nel 60% dei casi ma sono i periodici peggioramenti l’aspetto più temuto nel 90% dei casi.


Indipendentemente dal modo in cui si manifesta, la malattia influenza fortemente la vita di 1 persona su 3 e, in oltre la metà dei casi, ha ripercussioni sulla produttività lavorativa. Una persona su 5 modifica le abitudini quotidiane e quasi il 90% rinuncia alle attività che possono peggiorare i sintomi o causarne la ricomparsa. Tra queste, la prima è l’esposizione solare, nel 50% dei casi, seguita dall’assunzione di alcol e cibi speziati, nel 33% e 26% dei casi.

Le persone in totale remissione (clear), che quindi non hanno più lesioni infiammatorie o eritema, rispetto a quelle quasi in remissione (almost clear) dichiarano un minore impatto psicologico e sociale e una maggiore libertà nei comportamenti. Di queste, circa il 50% non ritiene che la malattia influenzi la loro qualità di vita. 

Questo risultato è supportato da una recente revisione analitica dei dati in letteratura. La percezione soggettiva di miglioramento da parte dei malati è influenzata negativamente dal conseguimento di una quasi remissione rispetto a quanto riferito da quelli che hanno ottenuto la completa remissione clinica (42% almost clear vs 77% clear). La completa remissione, rispetto alla quasi remissione, risulta associata a un periodo più lungo libero da patologia in cui non sono necessari trattamenti (8 mesi vs 4 mesi).

Emerge come i medici diano un maggiore peso alle manifestazioni tipicamente associate alla malattia, quali il rossore persistente, il gonfiore, la presenza di papule e pustole, desquamazione, mentre sottovalutino i sintomi quali dolore, prurito ebruciore. Questo si riflette nell’insoddisfazione dei malati: l’82% sente che la malattia non è sotto controllo nonostante i trattamenti e il 29% non si sente ascoltato dal medico.

È interessante rilevare che spesso chi soffre di rosacea non si rivolge al dermatologo, ma preferisce lo scambio di consigli con altre persone online. Questo ha portato uno dei più seguiti profili Facebook (Rosacea Italia) a raccomandare sempre di rivolgersi a un medico per una diagnosi certa.

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