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#mteam19

Sanihelp.it – Durante il mese di maggio e giugno, tre città italiane Roma, Bari e Padova si sono trasformate in una grande arena dove conoscere il proprio corpo divertendosi, con bambini e genitori che stanno assieme per vivere un’esperienza unica. Attraverso lo svago,lo staff e le testimonial hanno spiegato come costruire bene il corpo e la mente degli adulti di domani.


La manifestazione, unica nel suo genere, è stata concepita grazie all’impegno e alla testimonianza dell’M-Team, la squadra di mamme voluta dal Comitato Nazionale Liberi dalla Meningite.

Sono state loro ad accogliere mamme, papà, nonni e ovviamente bambini.

Amelia Vitiello, Presidente del Comitato Nazionale contro la Meningite, Elena Bozzola, medico pediatra e infettivologo dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, oltre che segretario nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP) e la campionessa di tuffi Tania Cagnotto, giocando e raccontando, hanno puntato a sensibilizzare i partecipanti sull’importanza della prevenzione di questa infezione e sulla crescita sana del bambino a 360 gradi.

Le supermamme sono state le madrine di ogni attività e si sono messe a disposizione dei genitori per aiutarli a comprendere come far crescere bene i loro piccoli, sia sotto l’aspetto fisico che sotto il profilo psicologico, combattendo le tante fake news che ancora circondano il mondo dell’infanzia.

L’obiettivo principe dell’M-Team è la prevenzione della meningite da meningococco, infezione che colpisce ogni anno circa 1.000 persone in Italia, ma è particolarmente frequente nell’infanzia e può portare a morte o a gravi disabilità.

Purtroppo su questa infezione non esiste ancora un’adeguata conoscenza da parte dei genitori: secondo una recente ricerca condotta da Ipsos, infatti, il 41% dei genitorin non si considera sufficientemente informato sulla meningite.


Ogni anno, in Italia, oltre mille persone contraggono la meningite: i sierogruppi B e C sono i più diffusi.

La meningite meningococcica provoca il decesso nel 10% dei pazienti colpiti. 

Nel 10-20% dei casi i sopravvissuti possono essere sottoposti ad amputazione o subire danni cerebrali, perdita dell’udito o disturbi di apprendimento. Tutti i soggetti di qualsiasi fascia d'età sono a rischio di contrarre la malattia.

L’incidenza della malattia invasiva da meningococco, tuttavia, è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita, in cui supera i 4 casi per 100.000.

I bambini e gli adolescenti sono soggetti ad alto rischio, mentre i neonati costituiscono la fascia più vulnerabile.

La meningite B (scatenata dal meningococco B) è attualmente la forma più comune.

Oggi sono disponibili vaccini che prevengono dai cinque tipi di meningite meningococcica più infettivi e pericolosi (A, B, C, Y e W135), dai gruppi più diffusi di meningite pneumococcica e da quella da emofilo di tipo B.

In Italia i vaccini contro la meningite sono gratuiti per specifiche fasce di popolazione, ossia quelle a maggior rischio di infezione.

Tali vaccini sono inseriti nel nuovo Calendario vaccinale che a sua volta fa parte del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019.

Nonostante i significativi progressi nella riduzione della mortalità nei bambini, raggiungere questo obiettivo resta una sfida di primaria importanza.

L'infezione da agenti patogeni svolge, infatti, un ruolo significativo nelle morti infantili.

Interventi come la vaccinazione precoce o l'immunizzazione prenatale possono quindi dare un contributo significativo alla prevenzione e alla protezione dei nostri bambini.

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