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Zombie o lepri: chi resiste di più al cambio dell’ora?

Sanihelp.it – Studi recenti hanno dimostrato che la regolazione dell'orologio biologico in autunno crea meno problemi rispetto all’estate, grazie alla concessione di un'ora di sonno ulteriore, una vera benedizione per chi ama dormire a lungo. 


«Ma è sbagliato pensare che un’ora in più o in meno non faccia differenza – sottolinea Verena Senn, neuroscienziata, ricercatrice e responsabile della task force sul sonno del team R&D di Emma the Sleep company – Diversi studi scientifici (fonte: Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Ferrara) hanno esaminato la frequenza degli attacchi cardiaci il giorno dopo il cambio dell’ora e tutti hanno evidenziato un aumento significativo, in particolare durante il cambio dell’ora in primavera quando si dorme un'ora in meno, non succede invece per il passaggio all’ora invernale.

Questo cambio è meno traumatico, ma comporta comunque una variazione del ritmo del sonno e di conseguenza l'orologio biologico finisce per confondersi. Durante il sonno, il corpo si rigenera e se non dormiamo a sufficienza, perdiamo la concentrazione, ci stanchiamo più velocemente e siamo di cattivo umore». Anche secondo la dottoressa Vincenza Castronovo – psicologa e psicoterapeuta esperta in medicina del sonno presso il Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale San Raffaele di Milano – molti fanno fatica ad abituarsi rapidamente al cambio d'ora. «Sebbene lo spostamento delle lancette sia soltanto di un’ora, il fisico delle persone impiega alcuni giorni a questo adattamento, mediamente una settimana».

L’orologio biologico si basa sulla posizione del sole: non appena il sole tramonta il corpo produce melatonina, che viene poi inibita all’alba. In inverno, i raggi del sole colpiscono la terra con un angolo più piatto, rendendo la luce meno intensa. Inoltre, il sole tramonta prima. Queste variazioni possono portare a un'alta concentrazione di melatonina anche durante il giorno pertanto, può capitare, di sentirsi più stanchi e di malumore. 

A risentire meno di questo cambio dell’ora sono le persone che appartengono alla categoria degli Zombie della ricerca Gli Italiani e Il Sonno commissionata da P&G Vicks a Squadrati, pari al 45% della popolazione. Si tratta di persone che tendono a posticipare il momento di andare a letto e poi al risveglio si trascinano per casa addormentati. Con questo cambio dell’ora si troveranno quindi molto più a loro agio rispetto alle Lepri (31% degli italiani), che più facilmente cadranno nel tranello del risveglio anticipato, crollando poi la sera troppo presto. I consigli per adattarsi velocemente a questo cambiamento valgono per tutti. 

È consigliabile anticipare l’ora di andare  a dormire, prima del cambio. Se non si riesce a dormire perché non si è abbastanza stanchi, si potrebbe ricorrere all’esercizio fisico o a una tisana. È buona abitudine arieggiare la camera da letto prima di andare a dormire, per evitare l’accumulo di aria viziata.  

Nei giorni successivi allo spostamento delle lancette dell’orologio, il consiglio è quello di fare movimento nella seconda parte della giornata e di prolungare l’esposizione alla luce (artificiale) per mandare al corpo il segnale che è ancora presto per andare a coricarsi. Se si potrebbe essere tentati dalle giornate che si sono accorciate ad andare a letto prima, è bene non farlo: il risultato potrebbe essere un risveglio troppo anticipato la mattina seguente!


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