Sanihelp.it – Lo studio internazionale ACTION IO (Awareness, Care, and Treatment In Obesity MaNagement – an International Observation), è stato presentato all’European and International Congress on Obesity (ECO-ICO) 2020.
Ha coinvolto 11 paesi in cinque continenti, oltre 14.500 persone con obesità e quasi 2.800 operatori sanitari: ha cercato di identificare le percezioni, le attitudini, i comportamenti e gli ostacoli per la cura dell’obesità e capire in che modo questi fattori influenzano la gestione dell'obesità.
Il triplicarsi dei tassi di obesità in tutto il mondo dal 1975 ad oggi e più recentemente la pandemia COVID-19, che ha fatto emergere importanti lacune nella cura della malattia, evidenziano come sia fondamentale una migliore comprensione di questi fenomeni.
Dallo studio sono emerse differenze significative tra uomini e donne per quanto riguarda il modo e le motivazioni con cui si affrontano il peso e la gestione dell'obesità, evidenziando quanto sia importante adattare i trattamenti ai bisogni e ai comportamenti individuali per la migliore cura della malattia.
In particolare, tra le persone con obesità, gli uomini hanno maggiori probabilità di segnalare complicanze cardio-metaboliche (10 per cento vs 4 per cento), mentre le donne hanno il doppio delle probabilità di segnalare ansia o depressione (28 per cento vs 14 per cento).
Le donne sono più propense a fare diversi tentativi per perdere peso (4,6 di media vs 3,1) e a sottoporsi al trattamento farmacologico o a quello chirurgico, anche se il 75 per cento riacquista peso dopo 6 mesi, rispetto ad oltre la metà degli uomini.
Dalla survey è emerso che molte persone con obesità sottovalutano la gravità della loro malattia, per questo tendono a non cercare l’aiuto di cui hanno bisogno per perdere peso in maniera efficace o per la cura di complicazioni legate alla malattia.
Il peso, infatti, è stato sottostimato in tutte le classi di obesità e un quarto delle persone con obesità di classe III e il 62 per cento con obesità di classe I, si sono classificati semplicemente come sovrappeso.
Lo studio, infine, ha dimostrato l’urgenza di un intervento precoce: problemi di peso in giovane età (<20 anni) sono associati a una malattia più grave e rassegnazione.
Il gruppo più giovane ha visto infatti una percentuale maggiore di obesità di classe II (23 per cento vs 16 per cento) e di classe III (18 per cento vs 11 per cento), rispetto a coloro che non hanno sviluppato obesità ad esordio precoce. Quasi la metà delle persone con obesità a esordio precoce, inoltre, sentiva di non essere in grado di superare i problemi di peso e due quinti (40 per cento vs 32 per cento) hanno riferito che il peso controlla la loro vita.