Sanihelp.it – Un acronimo sicuramente famoso sui social, ma del quale ancora pochi conoscono il vero significato.
Si tratta dell’ASMR, un acronimo che significa Autonomous Sensory Meridian Response, cioè Risposta Sensoriale Meridiana Autonoma.
A livello generale si può indicare come questo sia un fenomeno ancora molto recente, e per questo studiato da poco, e il termine vuole descrivere le sensazioni di piacere o comunque di stimolazione sensoriale, che hanno origine vicino al collo e che si irradiano al resto del corpo.
La risposta sensoriale avviene nel momento in cui si percepiscano suoni di un certo tipo.
Esistono, infatti, diversi trigger e video che inducono questa risposta. Esempi sono costituiti dal sussurro, da suoni realizzati nel momento in cui si manipolino alcuni oggetti (dalla carta, ai vestiti fino all’acqua), ma anche dal così detto rumore bianco, prodotto da elettrodomestici come il phon.
E come funziona l’ASMR?
Anche se non ci sono ancora ricerche approfondite, sembra che l’ASMR possa agire sui centri del piacere del cervello, e possa portarlo anche allo stato di completa presenza, in quanto la persona si sentirà totalmente presa dall’attività che starà visualizzando o semplicemente ascoltando.
A questo punto, ci si potrebbe chiedere se esistano dei benefici reali derivanti dall’ascolto di una serie di suoni di questo tipo.
Uno studio del 2015 si è focalizzato proprio sugli effetti positivi della pratica, ed ha incluso ben 260 persone.
La ricerca ha dimostrato come i trigger abbiano la possibilità di aiutare le persone, ed in particolare di:
Migliorare l’umore
Ridurre lo stress e l’ansia
Ridurre potenzialmente il dolore cronico
Migliorare la concentrazione
Aumentare la qualità del sonno
Si può, quindi, definire l’ASMR come una sorta di terapia naturale?
Sì e no. Ci sono ancora poche ricerche, ma ciò che è assodato è che la pratica può portare molti benefici soprattutto nel momento in cui la persona si senta sola, e i sintomi del suo malessere siano dovuti sia a questa condizione sia ad altri elementi che si possono correlare alla mancanza di una connessione con gli altri.