Sanihelp.it – Curarsi in una grotta: è il principio dell’antroterapia, una metodica che sfrutta a fini curativi le caratteristiche microclimatiche delle cavità rocciose (le grotte appunto, dette anche antri o ipogei) che si sono formate in seguito a fenomeni naturali.
La caratteristica saliente di queste strutture sotterranee è di possedere un microclima specifico straordinariamente stabile: indipendente dalla stagione e dall’ora della giornata, infatti, la temperatura e l’umidità tendono a rimanere costanti.
Le grotte possono essere calde e fredde. Per ora solo le prime vengono usate a scopi terapeutici, e si suddividono in grotte caldo-umide (o semplicemente grotte) e antri caldo-secchi (detti anche stufe).
Le prime sono caratterizzate dalla presenza di una sorgente termale che consente di avere un tasso di umidità molto elevato (fra il 90 e il 100%), che fa sì che il vapore acqueo asporti il particolato atmosferico (polveri, batteri, pollini e altri allergeni) assicurando un’aria purificata e pulita e un aerosol naturale molto benefico per le vie respiratorie.
La temperatura varia dai 20 ai 70°C, ma quella minima considerata efficace per i trattamenti è 32°C. Gli effetti della temperatura e dell’umidità si sommano poi a quelli dei gas termali rilasciati dalle acque (per esempio l’idrogeno solforato nelle grotte sulfuree).
Le stufe hanno un tasso di umidità più ridotto e temperature più elevate (anche 50-70°C), che consentono il mantenimento di un efficiente meccanismo di sudorazione. Sia nelle grotte che nelle stufe, poi, la presenza di gas e di diverse sostanze in microsospensione nell’aria (zolfo, iodio e sali minerali), caratteristiche della singola struttura e delle rocce che la formano, potenziano i benefici della cura.
Le modalità con cui si esegue l’antroterapia sono le stesse sia per le grotte che per le stufe, variano solo i tempi di permanenza, definiti durante la visita medica preliminare che serve ad accertare che la persona sia idonea alla pratica.
La seduta avviene al mattino a digiuno, consiste in un percorso attraverso stazioni a diversa temperatura, per un ciclo complessivo di 12-15 sedute, nel corso del quale il tempo di permanenza viene progressivamente aumentato.
In seguito ci si sottopone a un bagno o una doccia termale per riattivare il tono muscolare e la circolazione; segue una mezz’ora di riposo avvolti in una coperta, per sviluppare la cosiddetta reazione termale (una sudorazione benefica per l’organismo). L’ultimo passaggio di questo percorso è rappresentato dalla doccia di pulizia, eventualmente affiancata da un massaggio, indicato soprattutto in caso di cellulite o obesità.
L’antroterapia rientra nel gruppo delle termoterapie, ossia di quelle tecniche (sabbiature, fanghi, balneoterapia, ecc.) che fondano la propria azione sui meccanismi che si innescano nell’organismo quando a esso viene fornito un eccesso di calore. I suoi valori aggiunti rispetto alle terapie sorelle stanno nel fatto di curare tutto l’organismo e di coinvolgere sempre l’apparato respiratorio.
Gli effetti si dividono in immediati e tardivi: tra i primi, l’abbondante sudorazione che conduce a un riequilibrio delle funzioni endocrine e metaboliche, l’aumento della gittata cardiaca, un effetto vasodilatatore periferico e la liberazione delle alte e basse vie respiratorie. Tra gli effetti a lungo termine, la stimolazione del sistema neurovegetativo, il ricambio metabolico, la liberazione di sostanze antinfiammatorie e analgesiche e l’attivazione del sistema immunitario.
In particolare, questa cura si è rivelata efficace nella cura delle patologie dell’apparato muscolare e scheletrico, come artrosi, gotta e reumatismi.
L’antroterapia si può effettuare in centri benessere situati in prossimità di cavità naturali (ristrutturate con apposite aree di soggiorno, camminamenti e allestimenti di sicurezza) oppure provvisti di grotte riprodotte artificialmente.