Sanihelp.it – La pratica del Tai Chi, un’antica arte marziale cinese che combina posture e movimenti dolci con la concentrazione mentale e la respirazione, permetterebbe di ridurre maggiormente il rischio di cadute negli anziani rispetto alla terapia fisica chiamata Lower Extremity Training (LET), un programma di allenamento composto da una serie di esercizi di stretching e potenziamento muscolare volti al rafforzamento delle gambe e al miglioramento dell’equilibrio.
Questo il risultato ottenuto da una ricerca pubblicata sul Journal of the American Geriatrics Society, durante la quale sono state coinvolte 368 persone over 60 che avevano sperimentato recentemente una caduta.
Le cadute e l’equilibrio instabile infatti costituiscono uno dei problemi clinici più seri degli anziani, dal momento che causano tassi di mortalità e morbidità elevati, oltre a contribuire sostanzialmente alla limitazione della mobilità e all’ingresso prematuro in residenze assistite.
Durante lo studio quindi, i partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha ricevuto lezioni settimanali di Tai Chi della durata di un’ora per i successivi sei mesi, il secondo invece si è sottoposto a sessioni di LET per lo stesso periodo di tempo.
Al termine dei sei mesi di sperimentazione, le persone del gruppo di Tai Chi avevano significativamente ridotto il rischio di cadute rispetto ai partecipanti sottopostisi a LET, un rischio mantenutosi più basso del 50% anche a un anno di distanza dal termine dello studio.
«In base ai risultati ottenuti nel corso dello studio – commenta il dottor Mau-Roung Lin, professore presso la Taipei Medical University di Taipei nonché coautore dello studio – è consigliabile per gli anziani imparare il Tai Chi e praticarlo almeno una volta al giorno».
