Sanihelp.it – I pazienti con dolore cronico che, sotto attento monitoraggio, hanno consumato quotidianamente cannabis per un anno, non solo non hanno subito alcun aumento di eventi avversi gravi rispetto ai pazienti che non hanno utilizzato cannabis, ma hanno anche beneficiato di una significativa riduzione dei livelli di dolore e di ansia, nonché di un miglioramento dell'umore e della qualità di vita.
Questi i risultati di uno studio su base nazionale compilato da un gruppo di ricercatori canadesi guidati dal dottor Mark Ware del Research Institute of the McGill University Health Centre (RI-MUHC) di Montréal, e finalizzato a valutare gli effetti collaterali della cannabis terapeutica nei pazienti affetti da dolore cronico.
Nell'ambito dello studio COMPASS (Cannabis for the Management of Pain: Assessment of Safety Study), iniziato nel 2004, i ricercatori hanno infatti analizzato i parametri relativi a 501 pazienti adulti con dolore cronico non oncologico, dei quali 215 hanno consumato per un anno 2,5 grammi di cannabis terapeutica al giorno. I risultati, pubblicati sul The Journal of Pain, serviranno come riferimento per gli effetti collaterali derivati dalla cannabis impiegata nella gestione del dolore.
«Questo è il primo ed il più grande studio mai condotto sulla sicurezza a lungo termine del consumo di cannabis terapeutica nei pazienti affetti da dolore cronico – spiega il dottor Ware, autore principale dello studio – Abbiamo scoperto che la cannabis terapeutica, quando utilizzata da pazienti che hanno già avuto esperienza pregressa di consumo della sostanza e all’interno di un programma di trattamento controllato per il dolore cronico, sembra avere un profilo di sicurezza ragionevole».
«I nostri dati mostrano infatti che i consumatori di cannabis non sono stati esposti ad un rischio maggiore di sperimentare gravi eventi avversi rispetto ai non utilizzatori (gruppo di controllo) – prosegue l’esperto – Inoltre non abbiamo trovato alcuna evidenza relativa agli effetti nocivi della cannabis sulla funzione cognitiva o negli esami del sangue, rilevando d’altro canto una significativa riduzione dei livelli di dolore e di ansia, ed un miglioramento dell'umore e della qualità di vita».
Tuttavia, i ricercatori hanno segnalato come la cannabis terapeutica abbia causato un aumento del rischio di eventi avversi non gravi come mal di testa, nausea, vertigini, sonnolenza e problemi respiratori associati con il fumo.
«È importante infine sottolineare i limiti dello studio – conclude il dottor Ware – I pazienti che hanno utilizzato la cannabis erano volontari e già consumatori, quindi questa sostanza sembrerebbe essere un farmaco relativamente sicuro per le persone che ne hanno già sperimentato i benefici. Pertanto, non possiamo confermare che le conclusioni dello studio siano da ritenersi valide anche per i nuovi consumatori».