Sanihelp.it – Secondo l'ISTAT circa il 35% della popolazione sperimenta lo stress da rientro, una sensazione di malessere fisico e psichico che coglie dopo le vacanze ma che tende a protrarsi a lungo nel mese di settembre. Gli effetti sono più evidenti evidenti nella fascia d’età tra i 25 ed i 35 anni e tra coloro che svolgono lavori intellettualmente impegnativi. Come affrontarlo?
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Beatrice Casoni, psichiatra e psicoterapeuta a Bologna. Il suo primo consiglio? Adottare uno stile di vita sano. Coltivare le relazioni sociali è sempre importante, e passeggiare a fine giornata o trovarsi con gli amici per svolgere attività fisica all’aperto è un ottimo modo per mantenere in buona forma il metabolismo, nel pieno rispetto dei ritmi circadiani e a tutto vantaggio dell’umore. Il weekend, complici le belle temperature, può restare un momento perfetto per ritornare a fare vita di mare, o trasferirsi in collina o al lago, per non avere la sensazione di soffocamento dettata dai ritmi troppo incalzanti di casa-lavoro.
Quando è il caso di preoccuparsi?
Se il malessere, l’ansia e la sensazione di malumore dovessero aumentare e perdurare per un lasso di tempo superiore ai 15 giorni, è bene consultare uno specialista, è il consiglio dell’esperta. Il malessere legato al rientro al lavoro potrebbe essere infatti spia di un disagio più profondo che merita un approfondimento.
I consigli utili sul piano alimentare
Anche la dieta è opportuno che ritorni ad essere il più possibile equilibrata, dopo qualche vizio che ci siamo regalati durante le vacanze, è consigliabile ritornare ad una dieta sana, riducendo grassi, zuccheri e alcool per riuscire a mantenere buoni livelli di concentrazione.
E se tutto questo non bastasse?
Esistono situazioni in cui il rientro al lavoro può coincidere con veri e propri sintomi che in fase iniziale possono essere affrontati anche con integratori: i disturbi più frequenti sono ansia, umore deflesso e disturbi del sonno. In questo caso è utile rivolgersi al proprio medico per individuare integratori naturali adeguati che possano fornire un aiuto in più: tra questi possiamo menzionare la melatonina per ripristinare il ritmo del sonno, il biancospino, la passiflora, la melissa, la lavanda, la valeriana, il triptofano che possono fornire un valido aiuto in caso di ansia e umore basso. Importante, però, assumere anche gli integratori esclusivamente dopo valutazione con il proprio medico.
«La ripresa della routine, in concomitanza al cambio stagionale, richiede all’organismo uno sforzo di adattamento che potrebbe essere supportato dall’uso di integratori alimentari utili per un rientro in armonia con le richieste lavorative e le nostre necessità interiori» spiega la dottoressa Heide De Togni, farmacista con Master in Fitoterapia Clinica Università di Siena e direttore scientifico di Schwabe Pharma Italia. «E’ pertanto consigliabile favorire l’eliminazione di tossine e scorie acide grazie all’utilizzo di sali alcalini, in particolare citrati, che ripristinano il corretto pH dell’organismo anche in associazione a rimedi fitoterapici come betulla e abete bianco».
È bene quindi prestare attenzione a piccoli segnali che possono rappresentare un campanello d’allarme di un eccesso di tossine nell’organismo – per esempio un’eccessiva caduta dei capelli, chiome spente e prive di volume, gonfiore addominale con mal di schiena e nevralgie, alterazione del tono dell’umore, stanchezza, affaticamento, svogliatezza e mancanza di concentrazione. «In questi casi si può ricorrere alla pianta medicinale chiamata Rodhiola rosea con proprietà »adattogene» cioè capace di aumentare la naturale capacità dell’organismo di adattarsi ai segnali di stress fisico e mentale» commenta De Togni. «Rodhiola rosea agisce a più livelli con meccanismo multi-target, supportando la produzione e utilizzo di energia metabolica oltre che favorendo l’equilibrio di ormoni come il cortisolo, noto anche come ormone dello stress».
«E per favorire le performance mentali» continua la dottoressa De Togni «non dimentichiamo l’importanza del corretto scambio di informazioni attraverso l’asse »intestino-cervello»; per questo ci si può affidare a specifici ceppi probiotici chiamati psico-biotici come l’associazione tra Lactobacillus helveticus R-52 e Bifidobacterium longum R-175 in associazione alla vitamina B5 detta »vitamina antistress», che contribuisce alla riduzione di stanchezza ed affaticamento».