Sanihelp.it – Natale, tempo di feste, di incontri e anche di influenze. Si sprecano i consigli su cosa mangiare e cosa evitare, soprattutto in un momento in cui si sta a lungo a tavola. Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e nutraceutico di Salò e autore dell’omonimo Metodo, analizza i più noti rimedi conosciuti per le malattie da raffreddamento, spiegando pregi e difetti di ognuno.
Latte e cognac: occhi agli zuccheri dell’alcool
Sull’uso di cognac o grappe in caso di malessere, escludo il beneficio poiché si tratta di alcool, e dunque di zucchero con effetti infiammatori. A ingannare è la sensazione data dalla vasodilatazione o l'effetto serotonina e dopamina rilasciati a causa dello zucchero può fornire questa sensazione di benessere. E’ vero anche che il latte concilia il sonno e questo potrebbe spiegare l'effetto di far dormire meglio che a volte viene registrato bevendo latte prima di andare a letto.
Carne e uova, mai farle mancare
Premesso che la febbre non sarebbe da reprimere, consentire il raggiungimento di una temperatura massima a 38,5 consente di combattere certi patogeni in modo naturale e permette al sistema immunitario di rinforzarsi e abituarsi a combattere con le proprie armi. Meglio che l'organismo abbia a disposizione nutrienti favorevoli a ridurre lo stato infiammatorio che prediligere quelli che lo provocano.
Prendiamo ad esempio lo zinco che è un microelemento fondamentale per la vita. È stato ampiamento dimostrato scientificamente il suo ruolo benefico nelle affezioni alle vie respiratorie, nella riduzione delle infezioni e nell'azione immunostimolante La carenza di zinco è dovuta soprattutto alla dieta basata sui cereali (con un alto contenuto di fitati che ne impediscono l'assorbimento) su quantità insufficienti di carne, soprattutto carne rossa che è una delle migliori fonti di zinco (a parte frutti ci mare come le ostriche). Altre fonti importanti di zinco sono le uova (specialmente il tuorlo), i prodotti della pesca, il latte e i suoi derivati, che garantiscono complessivamente un ulteriore 30% dello zinco assunto con la dieta.
Miele e zucchero non aiutano
L’alta concentrazione di zuccheri presente nel miele spiega perché è in grado di innescare tutti i meccanismi infiammatori noti. Lo zucchero riduce la quantità di ATP intracellulare, ovvero la molecola che si può definire la benzina che le nostre cellule usano. Non solo la riduce, ma addirittura ne limita anche la produzione. Questo crea una cascata di processi che portano a un maggior immagazzinamento di nutrienti nelle cellule adipose, ovvero s'ingrassa di più. Elevati livelli di zucchero portano a unaserie di conseguenze, fra cui aumento di peso, aumento di grasso intraviscerale, resistenza all'insulina, aumento dei trigliceridi, abbassamento del colesterolo HDL, aumento della pressione arteriosa, aumento dell'uricemia e dell'infiammazione sistemica.
Peperoncino, è molto utile
Contiene preziosi nutrienti come la vitamina C, un noto immunostimolante, insieme a antiossidanti, minerali, etc. Ma il peperoncino contiene anche il capsiato e i suoi diidro-derivati, che hanno dimostrato di avere la capacità di indurre in laboratorio la morte spontanea nelle cellule tumorali, proprio come la pungente capsaicina principio attivo noto per le proprietà antidolorifiche Evidenze scientifiche suggeriscono che possa trattarsi anche di un principio attivo dall'azione antibatterica, analgesica nonostante la sensazione irritante è sicuramente benefica purché, come ogni spezia, sia assunta con moderazione per gli effetti veramente farmacologici attribuiti
Mangiare in bianco non aiuta
Riso e pasta contengono amido che si compone di catene di glucosio. Un’elevata quantità di glucosio può essere dannosa per il sistema immunitario, compromettendo la sua capacità di combattere le infezioni. Quando il nostro sistema immunitario viene attivato in risposta a un’infezione, il glucosio viene utilizzato in modo più intenso. Le cellule immunitarie vengono inviate nelle zone infette per combattere i patogeni. Tuttavia, se c’è troppo glucosio nel corpo, può verificarsi un eccesso di produzione di sostanze infiammatorie, che può danneggiare l’equilibrio del sistema immunitario e portare a problemi come infiammazioni croniche e malattie infiammatorie croniche. Sono molti gli studi che hanno analizzato il ruolo chiave del glucosio nel sistema immunitario in cui si evidenzia che una quantità adeguata di glucosio è necessaria per il corretto funzionamento delle cellule immunitarie, ma un eccesso può portare a una produzione eccessiva di sostanze infiammatorie e può essere correlato all’insorgenza di malattie infiammatorie croniche.
Spremute, sì ma con qualche limite
Una spremuta di arance contiene più zuccheri che vitamine e gli zuccheri innescano il meccanismo infiammatorio. Il rapporto rischio/beneficio di una spremuta è sfavorevole: bastano 5gr di zucchero per attivare la risposta insulinica e in un bicchiere da 100ml ci sono ben 8gr di zucchero. Ci sono molte discussioni sulla necessità di integrare vitamina C che compete con il glucosio per l'assorbimento nel nostro organismo. La migliore forma per l'integrazione di vitamina C è comprarla sfusa, in polvere, di grado farmaceutico, spesso venduta con il nome di acido ascorbico. Sciolta nell'acqua ha un piacevole sapore acidulo, del resto insieme all'acido citrico è la responsabile del gusto acidulo di limoni ed arance. L'unico accorgimento è assumerlo gradualmente nel corso della giornata per non avere effetti indesiderati sul sistema gastrointestinale.