Sanihelp.it – La tendenza a preoccuparsi potrebbe essere segno di una spiccata intelligenza verbale.
Questa la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, dove un gruppo di ricercatori della Lakehead University ha esposto i risultati di un'analisi durante la quale sono stati comparati i livelli di ansia, depressione, socialità ed intelligenza di 126 studenti.
Secondo le indagini eseguite dal team di scienziati infatti, coloro che si preoccupano di più tendono a riflettere in misura maggiore sulle parole ed i discorsi pronunciati dalle altre persone, motivo per cui sviluppano una maggior intelligenza verbale (ovvero un migliore capacità di utilizzare le parole, sia in forma scritta che orale, e quindi di apprendere, di spiegare e anche di persuadere gli altri).
«È possibile che gli individui con un’intelligenza verbale più sviluppata siano portati ad analizzare in maggior dettaglio eventi passati e futuri – spiegano i ricercatori – una condizione che potrebbe portarli a rimuginare e a preoccuparsi maggiormente».
D’altra parte però, coloro che non dispongono di questa intelligenza tendono a dedicarsi, durante l’interazione con un’altra persona, ad una lettura più attenta dei segnali non verbali, fatto che determina non solo una minor necessità di rielaborare gli incontri, ma anche livelli di ansia meno elevati.