Sanihelp.it – «From farm to plate, make food safe» (dai campi al piatto, rendi il cibo sicuro). Questo lo slogan che ha contrassegnato la Giornata mondiale della salute, celebrata come ogni anno il 7 aprile e dedicata per questa edizione al tema della sicurezza alimentare.
«La produzione alimentare è stata industrializzata mentre il commercio e la distribuzione sono stati globalizzati – spiega Margaret Chan, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità – Ecco perché un problema di sicurezza alimentare locale può diventare rapidamente un'emergenza internazionale».
Qualora non sia adeguatamente controllato infatti, il cibo può diventare un vincolo di trasporto per batteri nocivi, virus, parassiti e sostanze chimiche, e arrivare a causare più di duecento malattie, tra cui diarrea, salmonella, epatite A e persino cancro.
Gli effetti di un controllo inadeguato del cibo sono rispecchiati nei dati forniti dal Foodborne Disease Burden Epidemiology Reference Group (FERG), un team composto dai maggiori esperti in epidemiologia delle malattie di origine alimentare, che dal 2010 ha registrato circa 582 milioni di casi e 351.000 decessi associabili a patologie di origine alimentare, con picchi di incidenza in Africa e nel Sud-Est asiatico.
Da qui la necessità di un’applicazione rigorosa del Codex Alimentarius, una serie di norme e linee guida volte non solo ad assicurare la regolarità e la correttezza degli scambi internazionali, ma anche a proteggere la salute dei consumatori attraverso il controllo delle modalità di produzione e conservazione dei cibi.
Peraltro il consumatore, dal canto suo, può già adottare una serie di accorgimenti utili a preservare la salute dal rischio di malattie di origine alimentare. Ecco alcuni dei suggerimenti forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
– lavare sempre le mani e le superfici che entrano in contatto con gli alimenti: le mani sporche e gli utensili non accuratamente lavati possono infatti costituire un vincolo di diffusione di microrganismi nocivi;
– tenere separati gli alimenti crudi da quelli cotti: i succhi della carne e del pesce non ancora cucinati, possono contenere microrganismi capace di contaminare altri alimenti;
– cuocere bene gli alimenti, così da eliminare la maggior parte dei microrganismi pericolosi;
– evitare di lasciare cibi già cucinati per più di due ore a temperatura ambiente: in questa condizione infatti, i microrganismi si moltiplicano; meglio refrigerare rapidamente (ad una temperatura inferiore a 5°) o mantenere al caldo (ad una temperatura superiore a 65°) gli alimenti già cotti;
– utilizzare solo acqua potabile e materie prime sicure.
«La sicurezza alimentare è una questione trasversale dalle responsabilità condivise – conclude il comunicato stampa diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione del World Health Day 2015 – che richiede anche la partecipazione di settori sanitari non pubblici (come ad esempio l'agricoltura, le reti distributive e commerciali, il turismo) ed il sostegno di importanti agenzie e organizzazioni internazionali e locali attive nel campo della nutrizione, degli aiuti di emergenza e dell'istruzione».
Solamente un’azione sinergica permetterà infatti di limitare gli effetti derivati dalla grande emergenza causata dalle malattie di origine alimentare.