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OMS: l’infertilità una malattia sociale

Sanihelp.it – L’allarme arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): l’infertilità è una vera e propria malattia sociale.


Basti pensare che negli ultimi 40 anni, dal 1973 al 2011, il numero di spermatozoi medi presenti nel liquido seminale è diminuito del 52,4%. 

In Italia la situazione è tutt’altro che rosea: si stima che una coppia su 5 abbia difficoltà a concepire.

Questo succede anche a causa del fatto che oggi non c’è più la visita di leva, che fino a qualche tempo fa era un eccezionale strumento di screening per la popolazione maschile.

Oggi invece disturbi quali il varicocele, la dilatazione delle vene del testicolo, la fimosi , il restringimento del prepuzio, il frenulo corto, l’idrocele, una raccolta di liquido nel testicolo non vengono più individuati tanto facilmente.

Colpa anche del fatto che i maschi sono poco inclini a preoccuparsi della loro salute in generale e ancor più di quella sessuale.

Non è un caso che i maschi non si preoccupino a sufficienza del rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e delle potenziali conseguenze.


In pochi sanno, per esempio, che l’infezione da Papilloma virus (HPV) è uno dei principali fattori di rischio di cancro genitale e secondo i dati del Ministero della Salute solo il 33% dei diciottenni usa regolarmente il profilattico.

Il che rende forse conto dell’incidenza dei tumori genitali maschili più che raddoppiata dal 1975 al 2018 con una diagnosi tardiva in circa il 75% dei casi.

Uno studio pubblicato  su Frontiers in Physiology, inoltre, ha sottolineato come il grave aumento di peso sia correlato a un aumento dei livelli di proteine infiammatorie nel liquido seminale, peggiore qualità degli spermatozoi e ridotti livelli di testosterone in maniera direttamente proporzionale all’aumento dell’indice di massa corporea (IMC).

Non guasta ricordare come oggi, la capacità di procreare sia minacciata da moltissimi fattori: endocrini, genetici, patologie autoimmuni, infezioni, malattie sessualmente trasmesse, obesità a cui si aggiungono fattori ambientali come fumo, alcol, uso di droghe, esposizione a sostanze chimiche in ambiente lavorativo.

Nella valutazione della fertilità maschile è fondamentale una anamnesi accurata che indaghi la storia familiare e riproduttiva, l’esistenza di patologie croniche o genetiche, di malattie o interventi chirurgici dell’apparato uro-genitale.

Le domande devono comprendere anche stili di vita, abitudini sessuali e valutazione del tipo di occupazione e di rischi legati all’attività professionale.

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