Sanihelp.it – Una diagnosi di tumore si affronta con difficoltà a qualsiasi età.
Quando arriva dopo i 70 anni può suonare come una condanna definitiva.
Sono 43.000 i casi di tumore al colon retto diagnosticati nel 2020: di questi circa la metà si presenta in uno stadio avanzato di malattia o evolverà in metastasi.
Gli anziani dai 60 ai 75 anni sono i più colpiti.
La cura non ha età è la campagna promossa da Amgen e Europa Colon Italia, pensata per offrire un percorso di educazione proprio per gli anziani colpiti da tumore al colon retto metastatico e per i loro caregiver.
L’obiettivo è focalizzare l’attenzione sui diversi aspetti della malattia e su come affrontarla, grazie al contributo di specialisti riconosciuti e a materiali informativi a disposizione suwww.lacuranonhaeta.it.
La campagna porta a riflettere su come nel tempo l’anziano sia cambiato: aspettativa di vita più lunga e stili di vita più sani hanno reso la popolazione della terza età più forte; un’evoluzione significativa soprattutto quando ci si trova ad affrontare una patologia così importante.
L’anziano con un tumore al colon retto metastatico vuole essere curato, ma non lo dice e vive un conflitto interiore, perché crede che il suo percorso di vita in qualche modo debba precludere le possibilità di cura.
La campagna La cura non ha età invita i pazienti a relazionarsi con il proprio medico, un confronto per valutare i migliori approcci di trattamento disponibili senza farsi condizionare dall’età anagrafica. Le terapie più innovative per il tumore del colon retto metastatico oggi riescono non solo a prolungare la convivenza con la malattia, ma a migliorare la qualità di vita dei pazienti, e recenti studi hanno evidenziato come la risposta nell’anziano sia positiva.
Roberto Persiani, Presidente di EuropaColon Italia, associazione senza fini di lucro promossa da medici, cittadini e pazienti, partner italiano di un’associazione già presente a livello Europeo da circa 14 anni, ricorda a tutti al di là di questa campagna quanto sia fondamentale puntare sulla diagnosi precoce: «Prima si riesce a diagnosticare il tumore al colon retto, migliore è la prognosi. Intervenire quando il tumore è ancora nella sua sede primaria, e quindi non ancora metastatico, incide nel decorso della malattia. Oggi grazie alle terapie disponibili è stato possibile cronicizzare il tumore del colon retto metastatico e questo regala tempo a tutti i pazienti e alla ricerca, tempo prezioso che aumenta le speranze di riuscire un giorno a sconfiggere del tutto la patologia. Con questo spirito vogliamo che il tempo sia sempre un alleato e mai un limite. Spesso si pensa che una terapia oncologica innovativa su un paziente anziano con un tumore al colon retto metastatico possa non essere efficace sulla malattia. Non solo non è vero, ma quello che non dobbiamo dimenticare è che la cura è della persona che ha la malattia, e non della malattia che ha la persona. Intervenire con il miglior approccio terapeutico sul tumore al colon retto metastatico, significa anche intervenire sulla qualità di vita della persona».