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I segreti del successo

Punto G

Sanihelp.it – Avere un optional e non provare a sfruttarne le peculiarità sarebbe un errore. Come stimolare al meglio il punto G per trarne il massimo godimento? Seguendo i consigli che Anne Hooper, una delle sessuologhe più note al mondo per i suoi manuali per un sesso felice, ha descritto nel suo Pure Sex, si possono usare le dita, proprie o del partner.


Se si prova da sole, è meglio accosciarsi e inserire nella vagina il dito più lungo, cercando di raggiungere il punto G, che si trova a circa 6 centimetri dall’ingresso: pare che applicare una pressione ferma e decisa sia particolarmente efficace, ma ciascuno ha le proprie preferenze.

Alcune donne sostengono di avvertire una sensazione paragonabile al bisogno di urinare, ma procedendo con la stimolazione la sensazione dovrebbe farsi più piacevole.
 

Il partner può essere agevolato in questa stimolazione, perché ha una maggior libertà di movimento e, quindi, con le sue dita può raggiungere il punto G e stimolarlo con un movimento paragonabile a quello che si fa quando si vuole indicare a qualcuno di avvicinarsi.

Certo, come ogni stimolazione, non deve essere affrettata né diretta: meglio muoversi con dolcezza, titillando prima le grandi labbra e inserendo le dita solo quando la partner è già eccitata e lubrificata (e senza dimenticare di avere le dita pulite e le unghie corte). In alternativa si può provare con un vibratore: ne esistono di specifici per la stimolazione del punto G, con la punta arrotondata.

Per provare con la penetrazione, esistono posizioni più adatte di altre. Anne Hopper consiglia la posizione a quattro zampe, in cui l’uomo penetra da dietro o la variante della classica posizione del missionario: lei, sotto, si porta le gambe al petto e appoggia i piedi sulle spalle di lui.


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