Sanihelp.it – Il sesso non è mai una pura questione anatomica e questo vale in modo particolare per il sesso femminile. Perché arrivi il tanto desiderato orgasmo, infatti, deve essere chiamato in causa per primo il cervello.
«Se la sfera psicoemotiva della partner non è coinvolta, se il cervello non è pronto a interpretare come eccitanti i segnali raccolti dai sensi, non c’è punto G che tenga e l’orgasmo può davvero farsi attendere» sottolinea a Sanihelp.it il dottor Massimo Sher, medico sessuologo a Milano. «Perché la fase del desiderio sessuale sia attiva, il cervello deve produrre in quantità un neurotrasmettitore, la dopamina, che sollecita il desiderio, e deve rallentare la produzione della serotonina, che lo inibisce».
Solo a questo punto la stimolazione corporea (del punto G se vogliamo, ma anche del clitoride e di tutte le zone erogene), chiamando in causa migliaia di fibre nervose e determinando una serie di reazioni vascolari ed ormonali, conduce, attraverso varie fasi, all’orgasmo vero e proprio.
Questo per chiarire nuovamente un altro importante aspetto: la presenza del punto G non è affatto sinonimo di una migliore vita sessuale, come la sua assenza non è una condanna. «La sessualità femminile è così complessa e affascinante che non può essere ridotta a un punto anatomico, per altro presente solo in poche donne» continua Sher. «Se mi è concesso dare un consiglio, più che concentrarsi sulla presenza o meno del punto G e sulla sua stimolazione, la coppia dovrebbe puntare a migliorare la propria intesa e il proprio affiatamento: è questo il segreto di un orgasmo indimenticabile».