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Troppo latte? Donalo un po’

Le procedure per donare il latte

Sanihelp.it – Sono circa 50.000 i bambini prematuri che nascono ogni anno in Italia: di questi, circa 5.000 hanno alla nascita un peso inferiore a 1,5 kg, e 1.000 inferiore al chilo. Questi bambini sono particolarmente suscettibili alle malattie infettive del tratto gastrointestinale.


Le ricerche dimostrano che il latte umano ha, in queste situazioni, delle vere e proprie proprietà terapeutiche: abbassa il rischio di infezioni e gravi malattie come l’enterocolite necrotizzante (necrosi delle parete intestinale). Le sostanze nutrienti contenute nel latte umano, infatti, contribuiscono ad aumentare la resistenza e la vitalità dei neonati prematuri.
Ma spesso lo sforzo e la preoccupazione di un parto prematuro possono influire negativamente sulla capacità della mamma di produrre latte a sufficienza. In queste situazioni difficili, il latte umano donato rappresenta una valida alternativa.

Dagli inizi degli anni 80, le Banche del Latte Umano Donato, il cui compito consiste nel raccogliere il latte dalla donne che producono una quantità di latte maggiore rispetto al fabbisogno del proprio bambino, per distribuirlo ai neonati ai quali è indispensabile, sono scomparse da numerosi ospedali in tutto il mondo, ma fortunatamente, negli ultimi tempi, stiamo assistendo a un’inversione di tendenza. Oggi quelle operative in Italia sono 23, nel 2006 si sono raccolti 12.706 litri in 21 banche, mentre il numero delle donatrici ammonta a 1.261.

Ma come funziona la donazione? «Tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita, che allattano e che producono una quantità di latte superiore alla necessità del proprio bambino, possono diventare donatrici – spiega il dottor Guido Moro, Direttore della Banca del Latte Umano dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano e Presidente dell’AIBLUD (Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato) – Chi vuole diventare donatrice contatta il centro di riferimento e si sottopone a un semplice screening che consiste nella valutazione della storia clinica e nell’esecuzione di esami sierologici (epatite B, epatite C, infezione da HIV). Il latte viene estratto in un locale attrezzato correlato alla banca oppure raccolto a domicilio, manualmente (con spremitura del seno) o usando un tiralatte».

Attenzione: il latte è un ottimo terreno di coltura per i germi; per evitare che giunga alla banca inquinato e che debba essere quindi scartato, è necessario rispettare scrupolosamente semplici misure di igiene: il latte deve essere conservato in idonei contenitori sterili forniti dalla struttura di riferimento; dopo ogni singola raccolta il contenitore deve essere chiuso ermeticamente e raffreddato rapidamente; il latte va tenuto in frigorifero (a +4°C) per un periodo non superiore alle 24 ore; per conservazioni più prolungate occorre collocare il contenitore nel congelatore (a – 18°C), evitando di fare aggiunte successive e di riempirlo completamente.

Il trasporto al centro di riferimento deve avvenire nel rispetto della catena del freddo, utilizzando borse termiche e pacchetti refrigeranti. Alcune banche effettuano gratuitamente il ritiro a domicilio e il trasporto del latte con varie modalità e a scadenze concordate.

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