Sanihelp.it – Sotto il cappello… poveri capelli! Arriva l’inverno e, come la pelle, anche i capelli possono risentire del cambio di stagione. Non per le ragioni che pensiamo, però. «I capelli in sé non hanno problemi di temperatura, spiega il professor Leonardo Celleno, presidente Aideco – Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia. I problemi sono di altro tipo. Innanzitutto ambientali, legati da un lato all’uso di cappelli e copricapo che non permettono la corretta traspirazione del cuoio capelluto, dall’altro all’uso di condizionatori a pompa di calore che possono danneggiare cute e capelli perché non umidificano, bensì asciugano, quindi compromettono esteticamente le pettinature e conferiscono secchezza alla pelle. E poi c’è il fattore comportamentale: se i capelli di per sé d’inverno non vanno incontro a particolari problematiche né a un peggioramento di patologie già presenti, il vero problema è la maggiore trascuratezza di cure rispetto all’estate. L’inverno è la stagione della pigrizia, ci si cura un po’ meno e anche la cura e la pulizia dei capelli (senza gli obblighi della stagione calda: sudore, salsedine, cloro o acqua di mare) rientra in questo quadro di dolce far niente…».
L’Aideco, forte della sinergia tra esperti di dermatologia e di cosmetologia che la contraddistingue, propone oggi una Campagna di informazione per promuovere la cultura della prevenzione e dei corretti stili di vita contro la perdita dei capelli. Ecco a cosa fare attenzione per preservare la salute dei capelli e sfoggiare una chioma folta e lucente tutto l’anno.
1. La scelta dello shampoo. Fatti consigliare dal tuo parrucchiere. C’è lo shampoo delicato (a base di tensioattivi anfoteri), quello trattante (antiforfora, antiseborroico, anticaduta), quello pulente per affinità (oleoliti). La scelta dello shampoo è fondamentale per non danneggiare cuoio capelluto e capelli.
2. La temperatura dell’acqua. Imposta una temperatura tiepida (35-40%) per evitare, da un lato, se troppo fredda, di detergere in modo blando e dall’altro, se troppo calda, di alterare la fisiologia della cute e del fusto.
3. La tecnica. Evita manovre eccessivamente energiche. È invece auspicabile un leggero massaggio del cuoio capelluto, coinvolgendo il meno possibile la capigliatura. Manipola il meno possibile la capigliatura ancora bagnata (il fusto del capello è più esposto al danneggiamento). Dopo lo shampoo, tampona la capigliatura senza strizzarla, usando un asciugamano in cotone, spugna, lino o comunque in materiali il più possibile naturali.
4. Il condizionamento. È la capacità di alcuni prodotti specifici, a risciacquo e non (balsamo, maschera, crema ecc.), di condizionare il fusto del capello, ovvero di fissarsi intorno a esso per renderlo più consistente, meno fragile, più protetto dall’ambiente. Applicalo dopo la detersione, dopo aver eliminato l’eccesso dell’acqua del risciacquo (in tal modo il condizionante non verrà diluito), e tralasciando il cuoio capelluto. Applica una volta ogni 14 giorni (o comunque ogni 3-4 shampoo) un prodotto condizionante intensivo (maschera o crema), specialmente nel caso in cui la capigliatura venga sottoposta a trattamenti chimici come tinture, permanenti, schiarenti.
5. L’asciugatura. Non usare fonti di calore a temperatura eccessivamente alta. Per asciugare senza alterare la struttura del fusto (le cheratine del capello sopportano, ma con difficoltà, anche alte temperature) si può ridurre costantemente la temperatura della fonte di calore via via che i capelli si asciugano. Se si usa l’asciugacapelli, è meglio mantenere una certa distanza per non danneggiare la struttura del fusto ed evitare alterazioni da scottatura del cuoio capelluto. Se invece si usano i più moderni diffusori, che impediscono la concentrazione del calore in un’unica area circoscritta e che distanziano meccanicamente l’emissione di calore dal cuoio capelluto, si può ridurre la distanza.