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Bambini e mal di testa: scopri perché

Cefalea tensiva, disturbi alla vista o altro?

Sanihelp.it – Quando un bambino si lamenta di avere mal di testa, si pensa subito a un capriccio o semplicemente alla manifestazione di sonno e stanchezza. A volte è così, altre volte però dietro a un semplice mal di testa può nascondersi qualcosa di più importante. Per escludere che la cefalea ricorrente del bambino sia il sintomo di una malattia, è utile rivolgersi al pediatra per una valutazione della situazione.


Per risalire alla causa della cefalea, il pediatra:
1. indagherà su diversi fattori: eventuali episodi febbrili recenti, difficoltà del bambino ad addormentarsi e/o a svolgere le sue attività quotidiane, presenza o meno di vomito ecc.
2. farà una visita pediatrica completa: peso, misura, controllo della pressione ecc.
3. consiglierà una visita oculistica, per escludere problemi alla vista all’origine del mal di testa
4. se necessario, prescriverà un esame neurologico
5. consiglierà una visita odontoiatrica, specialmente dopo l’eruzione dei denti definitivi.

Verificata l’assenza di sintomi preoccupanti e la negatività della visita sia oculistica che pediatrica, il pediatra potrà rassicurare la mamma sullo stato di salute del bambino. Rimane però da capire con precisione la causa del malessere del piccolo, pertanto il medico consegnerà alla mamma una scheda nella quale annotare scrupolosamente, nei giorni in cui il bambini manifesta dolore:

1. Che caratteristiche ha questo dolore? Sede, intensità, durata e tipologia: se simile a una morsa che stringe, uno spillo che punge o un peso che schiaccia.
2. Cosa stava facendo il bambino e dov’era?
3. Cosa fa in caso di dolore? Si sdraia, vuole buio e silenzio, oppure dice di avere mal di testa ma continua tranquillamente a fare quello che stava facendo prima?
4. Come passa il dolore: farmaci, sonno ecc.?
5. È presente vomito?
6.
Per il mal di testa il bambino è costretto a interrompere le attività?

La mamma è invitata a tenere questo diario per un mese o due, riportandolo al controllo successivo o anche prima, se le caratteristiche del dolore cambiassero secondo quanto chiesto all’inizio della visita (risveglio notturno, vomito, dolore tanto forte da dover rinunciare a impegni piacevoli o da dover spingere il bimbo a chiedere aiuto a terze persone, disturbi della vista o anche più semplicemente cambio d’umore significativo e inspiegabile).

Dato che circa il 20% dei bambini in età scolare presentano cefalea, possiamo dire che la possibilità che questa sia il sintomo di una grave malattia è fortunatamente molto bassa. Molto frequente è invece la diagnosi di cefalea di origine tensiva, che ha queste caratteristiche:
1. si presenta sempre al pomeriggio, al rientro dall’asilo o da scuola, oppure dallo sport o dalle attività settimanali pomeridiane
2. il bambino indica tutta la testa come sede del dolore
3. il dolore dura in media 20-30 minuti
4. somministrando paracetamolo, passa in pochi minuti
5. il bimbo si lamenta in momenti particolari come durante i pasti o al momento di coricarsi
6. il mal di testa non è accompagnato da altri sintomi significativi (febbre, vomito, ecc.). 

Il bimbo potrebbe sentirsi affaticato o stressato da un eccesso di impegni. In questi casi è utile pensare alla possibilità di alleggerire le sue occupazioni settimanali, discutendo con lui, se è già grandicello, questa possibilità, e lasciandogli più tempo libero per giocare con gli amichetti o per fare una passeggiata con mamma e papà.


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