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La pianta della coca: origine e diffusione

Sanihelp.it – Nel sedicesimo secolo, quando i conquistadores spagnoli si impadronirono del Perù e di tutto l’impero Inca, notarono che i capi delle tribu indigene godevano del privilegio di poter masticare le foglie di alcune piante che crescevano spontaneamente da quelle parti.


Si trattava delle foglie della Erytronxilon coca che, masticate a lungo, permettono di vincere la fame e la sete, di affrontare grandi fatiche e, se poste a contatto con la pelle, di sedare i più gravi dolori.

Studi e ricerche archeologiche hanno dimostrato che l’uso di queste foglie risale addirittura al 2.500 A.C. In ogni caso sono stati proprio gli Incas, a partire dall’undicesimo secolo, a decretarne l’espansione e la diffusione in tutta l’America del sud.

L’uso della pianta di coca  venne regolato e ritualizzato: per esempio era permesso consumarla soltanto in occasione di cerimonie religiose, per finalità terapeutiche, oltre naturalmente per sedare fame e sete e consentire lunghe marce faticose. L’assunzione avveniva a ore fisse (un po’ come accade adesso con l’alcol in Gran Bretagna) e non era permessa per scopi voluttuari e inebrianti. Chi trasgrediva veniva punito severamente.

Le modalità di assunzione variavano a seconda delle popolazioni e delle zone. C’èra chi masticava le foglie dopo aver aggiunto calce, chi  invece le mescolava con ceneri di altre piante.

L’occidente conobbe la coca dopo la caduta dell’impero degli Incas. Il primo a descrivere con precisione la pianta della coca e la modalità d’uso fu Pedro Cieza de Leon nel 1550 e nel 1580 la coca arrivo alla corte di Spagna dove però non fu accettatata in quanto il gusto apparse sgradevole e la pianta considerata opera del demonio. 
Alcuni viaggiatori e studiosi, come per esempio Jose de Costa che scrisse la Storia naturale delle Indie nel 1590, si concentrarono sulle proprietà terapeutiche che questa pianta era in grado di offrire.

Questa alternanza di giudizio contraddistinse l’atteggiamento dei conquistadores in quei decenni. In determinati periodi ne incoraggiarono l’uso e in altri lo proibirono. In ogni caso l’uso e la notorietà della coca non diminuì.


In queste regioni la masticazione della foglia è in parte giustificabile dalla precisa conformazione del territorio. A tutt’oggi sono ancora molti gli andini che masticano foglie di coca. Ricerche dell’Unesco condotte alla fine del secolo scorso stimavano circa 14 milioni di consumatori tra gli abitanti delle Ande.

L’uso delle foglie di coca si è diffuso in Europa principalemte per la sua proprietà di donare maggiore resistenza alla fatica. Non è un caso che nel diciottesimo secolo le foglie venivano distribuite ai marinai durante i lunghi viaggi intercontinentali. Fu proprio a partire dalla diffusione in Europa che botanici e farmacisti si interessarono con maggiore dovizia alle proprietà di questa pianta.

Non tutti sanno forse che proprio da un esperimento ben riuscito sull’utilizzo delle foglie di coca ha orgine quella che oggi viene definita la bevanda più famosa del mondo. 

Ma la foglia di coca non è la cocaina, questa è il principio attivo. Gli effetti della cocaina sull’organismo sono totalmente diversi e meritano un approfondimento a parte.

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