Sanihelp.it – Io non posso entrare: quante volte sulla porta di un ristorante avete letto questo cartello e rinunciato a entrare perché accompagnati dal vostro fedele amico a quattro zampe? I motivi che spingono molti esercenti a vietare l'ingresso ai cani sono essenzialmente due: il primo è la maleducazione, dell'animale ma anche e soprattutto del suo padrone, il secondo lo stato visibilmente non igienico della bestiola.
Se al nostro amico cane sono preclusi molti luoghi pubblici, la colpa è quindi essenzialmente nostra. Per sensibilizzare cinofili e titolari di pubblici esercizi sull'importanza di avere animali educati e puliti, e dare quindi la possibilità anche a loro di frequentare liberamente la società senza intralciare la sensibilità altrui, è partita una campagna, promossa dal Frontline Combo Institute e patrocinata dall’Università di Pisa, chiamata Insieme senza pensieri, che vuole inculcare ai proprietari dei circa 7 milioni di cani italiani la cultura dell'educazione e dell'igiene animale.
«Educare il proprio cane non vuol dire imporgli comportamenti contro natura, ma al contrario aiutarlo a inserirsi nella società umana e a godere così di molte più ore di libertà insieme al suo proprietario», spiega il professor Giovanni Cardini, presidente del Corso di Laurea in Tecniche di Allevamento del cane di razza ed educazione cinofila dell’Università di Pisa, Facoltà di Medicina Veterinaria.
Ancora più importante del comportamento è lo stato di salute del cane, che deve essere regolarmente vaccinato e libero da parassiti che possono mettere a rischio la sua salute e anche quella dell'uomo, ugualmente potenziale vittima di un attacco da parte di pulci, zecche e pidocchi.
Spiega Luisa Cornegliani, medico veterinario, diplomata European College of Veterinary Dermatology: «I proprietari credono che i propri animali non possano essere colpiti da parassiti perché non vivono all’aperto. In realtà non esistono animali esenti dal rischio. Inoltre, ben il 95% del problema riguarda l’ambiente in cui vive: la cuccia, ma anche divani, tappeti, moquette, parquet e tutte le altre aree che condivide con il proprietario. Appena il 5% dell’infestazione è sull’animale!».
È perciò importante non sottovalutare il problema, intervenendo su tutti gli stadi di sviluppo del parassita e interrompendone la proliferazione. Si consiglia quindi di usare periodicamente, tutto l'anno, un antiparassitario specifico che non solo elimini pulci, zecche e pidocchi sull’animale, ma che intervenga anche sulle uova e le larve di pulce disseminate nella casa, impedendone la trasformazione in adulti e spezzandone definitivamente il ciclo vitale.