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Allattamento: parla l’esperta (terza parte)

Sanihelp.itQuali sono i vantaggi dell’allattamento per la mamma? L’allattamento al seno porta vantaggi anche alla madre: diminuita incidenza di emorragia post-partum, recupero fisico dopo il parto più veloce, protezione contro il carcinoma del seno (pre-menopausa), protezione contro il carcinoma dell’ovaio, protezione contro l’osteoporosi e la frattura del collo del femore. È vero che l’alimentazione materna influisce sulle coliche gassose e sulla dermatite del lattante? Le mamme possono mangiare tutto quello che gradiscono e che digeriscono bene, a meno che non notino problemi nel bambino. Alcuni alimenti potrebbero creare coliche gassose al piccolo (legumi, latte, cioccolato), altri potrebbero essere la causa di dermatiti (spezie, fritti, crostacei). Spesso quello che più disturba è la grande abbuffata di un alimento. Infatti le eccezioni nelle diete non creano danni (spesso ci rendono felici), ma se diventano il quotidiano possono dare problemi. Alcuni bambini però presentano dai primi mesi intolleranze alimentari: in questi casi occorre eliminare dalla dieta materna gli alimenti che favoriscono quelle intolleranze. Cosa bisogna fare per prevenire le ragadi? E se sopraggiungono, come si risolvono? Controllare che l’attacco sia corretto. Quasi sempre la presenza di ragadi è la conseguenza di un attacco scorretto. Una volta corretto l’attacco per guarire le ragadi è utile:  evitare l’uso delle coppette assorbilatte, applicare un po’ di latte materno sui capezzoli dopo la poppata (favorisce la cicatrizzazione), lasciare appena possibile il seno all’aria aperta, attaccare al seno il bambino iniziando dalla mammella meno dolorante (generalmente quando inizia il pasto il bambino è più vorace e anche un attacco corretto può generare dolore se ci sono ragadi non ancora cicatrizzate). Fino a che età del bambino è utile allattare? L’indicazione dell’O.M.S. è: allattamento al seno esclusivo sino a 6 mesi compiuti, poi complementare, con l’aggiunta della pappa, sino ai 12 mesi e oltre. Con la ripresa del lavoro la madre può continuare a somministrare il suo latte spremuto o tirato (fresco o congelato). Se porta il bambino al nido e vuole continuare l’allattamento può portare il suo latte, seguendo un protocollo per la conservazione che le sarà spiegato dagli operatori del consultorio pediatrico.


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