Sanihelp.it – Ho la pelle secca o grassa? Che età dimostra il mio viso? E quanto posso abbronzarmi? Sono tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla pelle e alla cura del viso. Abbiamo girato queste domande alla dottoressa Silvia Pinelli, responsabile Dermocosmesi all’Istituto Dermatologico Europeo (IDE) di Milano.
«La pelle si può classificare in base a tre criteri», comincia la dottoressa.
«Il primo è il colore, in base al quale possiamo distinguere (restando nell’ambito della razza occidentale) un fototipo 1, 2, 3 e 4.
Il fototipo 1 ha la pelle molto chiara, al sole si scotta facilmente e si abbronza con difficoltà: necessita quindi di uno schermo totale.
Anche il fototipo 2 è chiaro e a facile rischio di scottature, per questo deve premunirsi di un
filtro solare alto (40 SPF).
La pelle del fototipo 3 è chiara ma ha la fortuna di non scottarsi molto e di abbronzarsi con discreta facilità: al sole potrà cominciare con un filtro 30 per poi scendere, nei giorni successivi di esposizione, al 20.
Il fototipo 4 è il più fortunato: carnagione scura, abbronzatura rapida, nessun rischio di scottatura. Può esporsi al sole con un filtro 20 e poi scendere al 10: l’uso della protezione non pregiudicherà la sua capacità «abbronzante».
Il secondo criterio di classificazione della pelle è l’età, che non sempre corrisponde a quella anagrafica, nel senso che un viso ventenne può mostrare già i primi segni di invecchiamento mentre ci sono cinquantenni che vantano una pelle e un volto da far invidia alle adolescenti.
Due fattori influenzano l’età «esteriore» della pelle: l’ereditarietà e il comportamento al sole. Se sul primo naturalmente è impossibile intervenire, per quanto riguarda la protezione solare tutto dipende dalla nostra prudenza».
Infine, il tipo di pelle: secca, grassa o sensibile. Come si riconosce?
«La pelle secca è in genere sottile, ha il vantaggio di apparire bella d’aspetto e d’incarnato ma il difetto di veder comparire più precocemente, rispetto alla pelle grassa e sensibile, le prime
rughe», spiega la Pinelli. «Inoltre manca d’elasticità, un aspetto che noi dermatologi definiamo come la capacità della pelle, se pinzata con un dito, di tornare alla posizione di partenza, come un elastico appunto. Ecco, la pelle secca si ridistende lentamente.
Quella grassa, al contrario, è una pelle più spessa e consistente al tatto, quindi più elastica, ma più ricca di inestetismi evidenti: pori dilatati, brufoli, colorito grigio (perché il
sebo, ossidandosi, fa perdere luce all’incarnato); appare sgranata, poco compatta, lucida.
Infine, il tipo sensibile, o meglio, la pelle con
3″>1918″>tendenza couperosica. Il problema principale di questa pelle è che tende molto facilmente ad arrossarsi, quindi è acerrima nemica dei
raggi Uv e della tintarella, nonché di quasi tutti i cosmetici. Anche se non necessariamente appare sottile e delicata, al minimo sfregamento tende subito ad arrossarsi e a irritarsi. Alla vista appare costellata di venuzze rosse e
teleangectasie nella cosiddetta «zona farfalla» (naso e zigomi).
E per quanto riguarda la pelle normale: verità o leggenda? «La pelle normale non esiste. Per quanto approssimativa e soggetta alle caratteristiche individuali, ciascuna pelle si avvicina per caratteristiche, aspetto, problematiche e qualità a una delle tre categorie indicate».