Sanihelp.it – Pittura è il titolo del cortometraggio del cineasta francese Adam Lauriol che, grazie alla capacità di portare alla luce il vissuto dei pazienti alle prese con patologie croniche invalidanti e dei caregiver, anche i più inediti, come un’Intelligenza Artificiale, ha vinto la prima edizione dello Short Med_Cine, concorso cinematografico promosso dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) e dall’Istituto di Storia della Reumatologia (ISR).
La proclamazione, oltre alla proiezione di altre sette pellicole finaliste, è avvenuta nell’ambito del Ca’ Foscari Short Film Festival, diretto dalla prof.ssa Maria Novielli, docente di Storia del Cinema all’Università Ca’ Foscari.
Nel corto in un Rinascimento alternativo, un famoso pittore molto simile a Leonardo Da Vinci è affetto da una patologia alla mano che gli impedisce di dipingere come un tempo; addestra il suo assistente, un robot dotato di Intelligenza Artificiale, alla conoscenza e alla pratica dell’arte e, quando sembra che quest’ultimo voglia sostituirsi a lui, ecco che invece l’umanoide gli sostiene la mano permettendogli finalmente di completare la sua opera più grande.
«L’obiettivo del concorso era quello di portare al pubblico, attraverso uno dei mezzi di comunicazione più accessibili e immediati come il cinema, storie di malattia che restano nascoste, taciute e fraintese– spiega il prof. Andrea Doria, Presidente SIR, tra i giurati del premio. -Anche se non si manifestano sempre in modo visibile, molte patologie influenzano profondamente la vita dei malati e di chi li assiste, modellandone la quotidianità, le emozioni e le interazioni sociali. Le malattie reumatologiche, a questo proposito, sono emblematiche: colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, eppure il loro impatto spesso passa inosservato. Le sfide che comportano — dolore cronico, affaticamento, ridotta mobilità e disagio psicologico — sono invisibili agli altri, rendendo l’esperienza ancora più isolante. Partendo da quelle reumatologiche, per allargare poi lo sguardo a tante altre patologie, Short Med_Cine ha accolto candidature da tutto il mondo: oltre 2.000 film che hanno affrontato le più disparate condizioni di sofferenza fisica e psicologica, facendo emergere la forza e la resilienza dei protagonisti»
Oltre al vincitore, sono sette i film selezionati dalla giuria come finalisti.
Tra questi Pura della spagnola Carmen Méndez: in una casa di campagna, dove la vita scorre lenta e silenziosa, scandita dalla preparazione dei pasti, la cura dei campi, il bucato e altre semplici attività quotidiane, una donna assiste l’anziana madre malata.
A riprenderla è la figlia, la cineasta stessa, che in un confronto a tre generazioni, restituisce allo spettatore gesti e dialoghi di un racconto delicato e commovente, dove l’accudimento della fragilità diventa potente mezzo espressivo di umanità e rituale che coglie il senso profondo della vita. Dall’Iran, invece, il corto del regista Amir Hossein Bahmani The ceiling of wishes: Saber, costretto a letto da una paralisi del corpo, viene rallegrato dall’amore e dall’energia della sua bambina che appende disegni sul soffitto affinché il padre possa guardarli con facilità.
Tra i finalisti anche alcuni titoli italiani, come Nelle mie Mani di Andrea Vulcano che racconta la storia del giovane Ludovico, promessa del calcio costretto improvvisamente ad abbandonare la sua passione a causa della meningite.
«Attraverso narrazioni personali, riflessioni sociali e advocacy, Short Med_Cine 2025 aspira a cambiare il modo in cui parliamo di malattie invisibili, affinché non siano intese solo come condizioni mediche, ma anche come esperienze umane che meritano di essere viste, comprese e condivise– aggiunge il prof. Leonardo Punzi, Direttore dell’ISR. – Attraversando il tempo e lo spazio, con film arrivati anche dalla Cina e dalla Groenlandia, trattando ambientazioni e tematiche eterogenee, da piccoli centri storici a grandi città futuristiche, dall’esplorazione di mondi interiori al racconto di frammenti di vita quotidiana per arrivare al rapporto uomo-macchina, il concorso sposa perfettamente uno degli scopi dell’Istituto di Storia della Reumatologia: raccogliere testimonianze di come le malattie reumatiche influenzino profondamente la vita di chi ne soffre, attraverso l’analisi delle tracce lasciate non solo nei documenti storici ma anche nelle arti figurative, nella letteratura o nel cinema. Quest’anno è stata una sorta di ‘edizione zero’ del progetto ma speriamo possa crescere fino a diventare un festival indipendente»
Gli altri film selezionati sono: »Far l’amore» di Jesus Eguia Armenteros (Spagna), »Blue Sheep» di Deng Mengdi (Cina), »Isola» di Giulia Fo (Italia), »Il Compleanno» di David Mastinu (Italia). A comporre la Giuria che ha scelto i finalisti e decretato il vincitore: i consiglieri SIR Marta Favero, Sabrina Paolino, Maria Grazia Ferrucci, Elena Bartoloni Bocci, il Presidente SIR Andrea Doria e il Presidente ISR Leonardo Punzi, supportati dalla preziosa collaborazione del borsista Alberto Perez-Negrete.