Sanihelp.it – Bianca Balti insieme a Nino Frassica e a Cristiano Malgioglio ha affiancato Carlo Conti alla conduzione della seconda serata del Festival di Sanremo, ha dichiarato con forza di non essere salita sul palco dell’ariston per fare la malata di cancro, ma per celebrare la vita.
Il suo messaggio è passato con grande potenza.
Lo scorso settembre le è stato diagnosticato un tumore alle ovaie al terzo stadio e da subito ha raccontato la sua convivenza con il cancro come un percorso fatto di dolore, ma anche di coraggio e di rinascita.
Il tumore dell’ovaio colpisce ogni anno circa 5.400 donne in Italia, risultando il decimo tumore femminile più frequente.
Il tumore dell’ovaio all’inizio non dà sintomi o ne dà di aspecifici, comuni ad altre malattie, come disturbi addominali e intestinali.
A oggi non esistono test per la diagnosi precoce.
Per questo nella maggior parte dei casi il tumore dell’ovaio è identificato quando è già in uno stadio avanzato.
Questo in parte spiega perché la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi si attesta a circa il 43% dei casi, inferiore a quella di altri tumori che colpiscono le donne.
Se il tumore è però scoperto allo stadio iniziale, quando è ancora confinato all’ovaio, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi raggiunge il 70-90%.
Fondazione AIRC solo nell’ultimo anno ha destinato quasi 4 milioni di euro per il sostegno di progetti di ricerca sul tumore dell’ovaio, arrivando a superare i 17.400.000 euro nell’ultimo quinquennio.
Attualmente è allo studio un metodo per la diagnosi precoce, basato sull’analisi di specifici marcatori instabilità genomica che si possono trovare nei campioni raccolti per il pap-test.
Si stanno inoltre valutando nuovi farmaci anche immunoterapici che possano agire in maniera mirata e in combinazione con terapie standard.
«Purtroppo nessun esame di screening è ancora in grado di identificare il tumore dell’ovaio in fase precoce. Così ben l’80% dei tumori ovarici viene diagnosticato quando la malattia è già progredita e le probabilità di guarigione si riducono. La ricerca però sta facendo importanti progressi» racconta la Professoressa Domenica Lorusso, Direttore dell’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica di Humanitas San Pio X.
Le conquiste della ricerca si traducono in vite salvate e offrono nuove opportunità terapeutiche e migliori qualità di vita a tante pazienti