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Festa della Donna, l’aiuto delle cure naturali

Salute al femminile

Sanihelp.it – Celebrare la festa della donna è celebrare innanzitutto la sua salute e il suo benessere. Con l’aiuto dell’esperto un percorso per conoscere le caratteristiche, le problematiche, i disturbi, i sintomi e le cure naturali delle tappe fondamentali della vita femminile. Il dottor Luigi Alberto Marrari, specialista in farmacologia e direttore scientifico di IMO Spa, indaga quali sono le caratteristiche e le problematiche tipiche di ogni periodo, individuando per ognuno possibili soluzioni naturali. Dalla pubertà alla menopausa, i disturbi e le patologie più tipiche sono la carenza di ferro, l’equilibrio dell’apparato urogenitale, lo squilibrio ormonale, l’ansia, lo stress, la stanchezza e la mancanza di concentrazione.


«Il periodo cruciale della vita di ogni donna inizia con la maturazione ormonale in particolare nel periodo della cosiddetta pubertà, cioè quando iniziano a svilupparsi e delinearsi i caratteri sessuali, per poi passare al periodo fertile della gravidanza e allattamento fino ad arrivare al periodo della menopausa» spiega Marrari.

«In questo periodo temporale vengono modulati diversi e differenti processi fisiologici e biochimici in particolare il sistema endocrino, responsabile della circolazione di circa 50 ormoni in grado di influenzare tutte le attività dell’organismo quali il sonno, la fame, la libido ma anche la velocità con cui bruciamo ciò che mangiamo. In particolare gli ormoni sessuali femminili, quali gli estrogeni e i progestinici, risultano essere fondamentali per attivare le diverse funzioni di accrescimento e differenziazione dell’organismo per il regolare sviluppo della fertilità ma, basilari, anche per il buon funzionamento di altri organi quali la tiroide, il sistema cardiocircolatorio, il sistema muscolo scheletrico e, in linea molto generale, per il mantenimento efficace del »buon umore»» commenta l’esperto.

«L’ossigeno rappresenta l’elemento fondamentale per il benessere del nostro organismo e per la salute degli organi, dei muscoli e dei tessuti. In particolare, l’ossigeno viene trasportato nel sangue grazie a una proteina chiamata emoglobina che è strettamente correlata alla presenza del Ferro che, se non presente nella giusta quantità comporta lo sviluppo della cosiddetta anemia da carenza di Ferro (anemia sideropenica)» sottolinea l’esperto.

«I fattori di rischio nelle donne deficitarie di ferro si manifestano in modo predominante, in particolare, durante il periodo della gravidanza e l’allattamento in quanto in questa fase, legata allo sviluppo del feto e per la nutrizione dello stesso, la gestante necessita di un apporto maggiore del minerale Ferro» precisa Marrari. Le principali manifestazioni cliniche e/o sintomatiche dovute alla carenza di ferro sono l’astenia, cioè una stanchezza e debolezza molto forte caratterizzata da mancanza di respiro, tachicardia, pallore, mal di testa e capogiri, insonnia, irritabilità, freddo alle estremità degli arti e formicolio alle gambe, fragilità delle unghie e perdita di capelli. Una sana ed equilibrata alimentazione può garantire all’organismo il giusto apporto con alimenti ad alto contenuto di ferro quali le verdure (spinaci, fiori di zucca, peperoni) oppure ripristinare la carenza di ferro impiegando sali dell’acido pirofosforico che possano essere bene tollerati dal punto di vista gastrointestinale e che possano liberare gli ioni Ferro aumentandone l’assorbimento e quindi in grado di ripristinare i valori soglia necessari all’organismo.

«L’infezione delle vie urinarie è molto comune tra le donne e, spesso, risulta essere spiacevole, dolorosa e impattante sulla qualità della vita. Le recidive di un’infezione delle vie urinarie nelle donne sono molto comuni a causa dei cambiamenti ormonali durante il ciclo della vita» continua Marrari. «La menopausa e le infezioni urinarie vanno di pari passo e le infezioni diventano più ricorrenti col passare degli anni. Questo è dovuto al fatto che i livelli degli ormoni estrogeni diminuiscono col passare del tempo e, questa diminuzione comporta in prima battuta la disidratazione delle mucose con la conseguenza che le pareti del tratto urinario diventano più sottili e più secche. La membrana mucosa protettiva diventa meno acida il che riduce la sua capacità di combattere l’infezione».

In ambito fitoterapico ad oggi, disponiamo di diverse strategie terapeutiche preventive e curative quali l’uso dell’uva ursina in particolare contro la cistite, alcuni erbe drenanti e dotate di attività antinfiammatoria quali il Tarassaco e il trans Resveratrolo o con l’impiego di specifici fitoterapici dotati di attività detossificante quali il Cardo mariano e/o il Carciofo in grado di drenare efficacemente gli organi emuntori. Recentemente gli isotiocianati, in particolare il Sulforafano, noti per le loro proprietà antiossidanti, antimicrobiche, antinfiammatorie e antitumorali presente nelle Brassicaceae o Cruciferae si è rivelato molto interessante per la sua attività antibatterica contro gli isolati clinici di Escherichia coli uropatogeni responsabili delle infezioni urinarie femminili che, oltre a impedire la loro migrazione nelle cellule uroepiteliali, risultano essere fondamentali per la prevenzione delle recidive di UTI (infezioni del tratto urinario) nella popolazione femminile.


«La variazione dei livelli ormonali associati al periodo della peri-menopausa e della menopausa può portare ad una varietà di sintomi che possono influenzare la qualità di vita della donna. I sintomi che possono costituire dei campanelli di allarme sono in primo luogo l’irregolarità mestruale o assenza di mestruazioni, aumento del peso e difficoltà nel dimagrire, disturbi del sonno, irritabilità e cambiamenti nell’umore» commenta Marrari.

Queste manifestazioni cliniche possono essere attribuite alle variazioni dei diversi ormoni circolanti quale ad esempio nel caso di problemi legati all’eccessivo introito alimentare, l’ormone Leptina prodotto dal tessuto adiposo risulta essere il responsabile del senso di sazietà regolando l’assunzione del cibo e il dispendio energetico. Un altro ormone che merita di essere nominato è Il cortisolo in quanto coinvolto nei processi metabolici di carboidrati, lipidi e proteine. Oltre alle reazioni metaboliche, questo ormone serve a regolare la pressione arteriosa mantenendola costante e, infine, anche a regolare il sistema immunitario e lo stress in quando viene prodotto su impulso del sistema nervoso determinando l’aumento della concentrazione nel sangue dei grassi e l’incremento della glicemia nei momenti in cui l’organismo è sottoposto a maggiore tensione e ha bisogno di più energia.

«In ambito delle medicine naturali la fitoterapia ricopre un ruolo terapeutico sfruttando le proprietà degli isoflavoni di soia, sostanze naturali appartenenti alla famiglia dei flavonoidi la cui caratteristica principale è quella di avere una struttura chimica e un meccanismo d’azione simile a quella degli estrogeni endogeni consigliati per alleviare e ridurre i disagi tipici della menopausa quali le vampate di calore, le sudorazioni notturne, gli sbalzi d’umore e la secchezza vaginale», dice Marrari.

«La natura offre diverse soluzioni terapeutiche in questo ambito e, una delle prime piante sicuramente interessante per il rilassamento e il benessere mentale risulta essere la Rhodiola rosea, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, che è in grado di contrastare la stanchezza fisica e mentale, definita dalla medicina popolare »l’erba energizzante». L’estratto di Rhodiola rosea ottenuto dalla sua radice, risulta essere un’opzione farmacologica efficace per il trattamento precoce e la prevenzione degli effetti negativi correlati allo stress cronico» suggerisce l’esperto. Un’altra pianta molto interessante dal punto di vista etnofarmacologico è la Damiana (Turnera aphrodisiaca), pianta che cresce oltreoceano, dotata di una serie di innumerevoli proprietà benefiche per l’organismo.

L’utilizzo delle foglie di Damiana viene tradizionalmente usata nei disturbi gastrointestinali, respiratori, ma anche per il trattamento della gonorrea e dei problemi legati al ciclo mestruale. «I maya utilizzavano la pianta contro l’asma anche se, in primis, era riconosciuta e utilizzata per il suo potere afrodisiaco sia per il sesso maschile che per quello femminile. Infine, la Melissa officinalis, le sue foglie e i fiori sono molto indicate in queste problematiche in virtù dell’effetto antinocicettivo, cioè come queste sostanze presenti all’interno della Melissa siano in grado di abbassare la soglia percettiva agli stimoli esterni comportando, inevitabilmente, uno stato di benessere e rilassamento psichico e mentale» spiega  Marrari.

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FonteIMO

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