Sanihelp.it – Il test, chiamato fotoscreening, fa uso di una macchina fotografica o di una videocamera per ottenere immagini dei riflessi oculari. Contrariamente ai normali test visivi, che si basano sulla collaborazione del soggetto, per eseguire il fotoscreening è sufficiente per i bambini fissare un punto abbastanza a lungo da permettere lo svolgimento dell’esame.
L’uso più comune di questo nuovo test è per ora l’accertamento dell’ambliopia. Ma, in futuro, potrebbe essere utilizzato anche per altri scopi, come ad esempio lo strabismo, la cataratta ed alcuni tumori rari.
Si stima che tra l’1% ed il 4% dei bambini soffrano di ambliopia, ma solamente un bambino su cinque in età pre-scolare risulta visitato per questa patologia; la malattia potrebbe anche portare ad una perdita di vista permanente se non viene curata.
Il Comitato per la Professione e la Medicina Ambulatoriale dell’AAP e la sua sezione di Oftalmologia raccomandano il fotoscreening come un mezzo per aumentare le visite di controllo tra i neonati, i bambini in età pre-scolare e quelli con ritardi di sviluppo, che sono i più difficili da visitare.
Da precisare comunque che questa nuova tecnica non si è ancora dimostrata più efficace, rispetto ai controlli clinici tradizionali, nei bambini tra i 4 e i 5 anni di età.
Potremo prendere spunto da queste informazioni per esortare i genitori a far controllare regolarmente i propri bambini sia per la ambliopia sia per altri problemi della vista in quanto una scoperta precoce di una patologia oculare è quasi sempre curabile ed allontana lo spettro della perdita di vista irrimediabile.
FONTE: Pediatrics 2002