Si è appena concluso a Frascati il Congresso nazionale 'Natura Ambiente Alimentazione Uomo' della Società Italiana di Andrologia (SIA), da cui è emerso che il surriscaldamento climatico sta diventando una minaccia anche per la fertilità maschile; ad esso si accompagnano smog, radiazioni e contaminanti chimici. È stato evidenziato, infatti, che il numero medio degli spermatozoi degli uomini si è oggi dimezzato rispetto a 40 anni fa e il 10% degli italiani è ormai infertile: secondo gli scienziati, oltre che dall'inquinamento ambientale, ciò potrebbe dipendere dal cambiamento climatico.
È noto che l'aumento della temperatura danneggia l'apparato riproduttivo maschile, molto più di quello femminile: in alcune specie animali un incremento di pochi gradi delle temperature esterne può arrivare a dimezzare la fertilità e gli esperti temono che questo stia avvenendo anche per l'uomo. Alcuni studi su farfalle e coleotteri, ad esempio, mostrano che l'aumento delle temperature sta probabilmente contribuendo all'estinzione di alcune specie, perché l'apparato riproduttivo maschile e gli spermatozoi sono molto sensibili al caldo. Per di più gli effetti negativi si tramandano anche sulla prole eventualmente generata, la quale risulta meno fertile, con un 25% di riduzione delle capacità riproduttive.
Certamente l'uomo ha maggiori e più efficaci sistemi di protezione dell'organismo, ma i sospetti di un effetto decisamente negativo del cambiamento climatico sulla fertilità sono ormai quasi una certezza anche per la nostra specie. L'aumento di un grado della temperatura ambientale, secondo recenti studi, accresce di 0,1 C° la temperatura scrotale e questo può certamente avere ricadute sulla fertilità.
A fronte di tali rischi, gli esperti consigliano di aumentare la frequenza dei controlli dall'andrologo, il quale può aiutare a capire come proteggere la salute sessuale maschile anche dalle minacce esterne, con una modifica dello stile di vita: ad esempio evitando l'utilizzo di indumenti poco traspiranti e l’eccessiva sedentarietà, che non permette una corretta dissipazione del calore.