Capita spesso di vedere salire l’ago della bilancia, senza capire il perché. Ci sembra di seguire a grandi linee tutte le principali indicazioni di dietologi e nutrizionisti, ma la pancia non scende o – ancor più grave – continua ad aumentare. «Non sempre ci si rende conto di tutto quello che si mangia durante la giornata, soprattutto se si è solti consumare velocemente qualcosa fuori casa a colazione e a pranzo, oppure cenare a tarda ora dopo una giornata tutta di corsa» spiega la dottoressa Emanuela Russo, dietista presso l'Istituto Clinico Sant'Ambrogio di Milano. «Un biscotto, un succo di frutta, qualche caramella ecc. possono pesare davvero sulla bilancia se sommate alle calorie di una colazione sbilanciata, consumata magari in piedi al bar, e di un toast troppo farcito a pranzo». Continua la dottoressa: «Quando non si dedica il giusto tempo ai pasti principali, la giornata è spesso scandita da un continuo susseguirsi di spuntini, quasi sempre a base di zuccheri e carboidrati (poiché più facilmente reperibili), che fanno molti più danni di un primo o secondo piatto ben bilanciati. Ed il guaio è che non ci si accorge nemmeno di averli consumati!».
A confermare quanto sopra sono i risultati di uno studio pubblicato sull’American Journal di medicina preventiva, secondo cui tra un gruppo di persone sottoposte allo stesso regime ipocalorico, quelle che avevano compilato un diario alimentare durante tutto il periodo della dieta, erano dimagrite ben il doppio rispetto a coloro che non lo avevano fatto. «Una maggiore consapevolezza di quello che mangiamo costituisce il primo passo verso scelte nutrizioni più corrette. Ma non è tutto.» commenta lo psicologo Emanuel Mian, esperto in disturbi del comportamento alimentare nonchè direttore scientifico del progetto Emotifood. «Il diario alimentare costituisce anche un valido strumento per capire cosa ci induce a consumare cibo: sono infatti spesso le emozioni a guidarci verso il frigorifero o la dispensa. Scriverle nero su bianco, collegandole alle situazioni che stiamo vivendo, ci permette di gestire meglio il nostro istinto ed imparare a domarlo».
Ma come si compila un diario alimentare/ emozionale? A guidarci nell’impresa è lo stesso psicologo Emanuel Mian, che ha dettato per noi le 5 regole fondamentali per un lavoro di successo:
1) Appunta tutto ciò che mangi e/o bevi durante la giornata, indicando anche le quantità: molto spesso sono i piccoli errori che possono determinare un eccesso di calorie ed il conseguente aumento di peso
2) Annota anche le emozioni (quando presenti) che ti hanno spinto ad alimentarti, cercando di dar loro un nome ben preciso: ansia, tristezza, gioia, paura ecc. I nostri comportamenti verso il cibo sono infatti spesso suscitati da uno stato d’animo e non realmente dalla necessità di introdurre calorie, anche se quasi sempre non ci facciamo caso
3) Scrivi cosa stai facendo mentre mangi: ad esempio se stai guidando, studiando, lavorando o guardando la tv ecc. Anche in questo caso infatti sono spesso le emozioni a dettare il tuo comportamento alimentare
4) Sii onesto con te stesso perché il diario non è uno oggetto che andrà divulgato, si tratta di uno strumento utile a te per capire come le emozioni possono influenzare il tuo modo di alimentarti, un mezzo utile per imparare a gestirle diversamente (se devi colmare un buco o sfogare la tua rabbia ci sono altre vie per farlo, il cibo non deve rappresentare un rifugio…)
5) annota la velocità con il quale ti sei nutrito: assaporare il cibo è ben diverso dall’ingozzarsi e fare bocconi non così piccoli come si dovrebbe…