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Occhio alla tecnologia: secchezza oculare sempre più diffusa

Gli schermi danneggiano le ghiandole lacrimali

Indubbiamente è un’evidenza il fatto che il rapporto che abbiamo sviluppato con smartphone, tablet e computer stia assumendo sempre più i toni della dipendenza; non solo al lavoro, ma anche a casa e durante il tempo libero siamo costantemente connessi tramite i nostri apparecchi digitali. Purtroppo, tra i molti problemi che ciò comporta uno dei più importanti da non sottovalutare riguarda i nostri occhi: le eccessive ore passate davanti ai monitor generano spesso secchezza oculare e quindi arrossamento, bruciore, fotofobia ecc.


Stiamo parlando della Dry Eye Syndrome (Des), che tradotto letteralmente significa «Sindrome dell’occhio secco» che, nel mondo è ormai diventata una sorta di epidemia. Alcuni mesi fa, l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ammoniva: «la Sindrome dell'occhio secco è tra i disturbi più ignorati e sottovalutati dell’età moderna» ma, appunto, oggi frequentissima specialmente tra i giovanissimi: dei bambini tra i 3 e i 5 anni l’80% è in grado di utilizzare uno smartphone (se pure dei genitori) e a 10/11 anni il 10% dei ragazzi già ne possiede uno.

Per questo motivo, il Centro Italiano Occhio Secco (CIOS), con il patrocinio della Società Oftalmologica Italiana (SOI), promuove dal 3 al 7 aprile la «Campagna nazionale di prevenzione e cura dell’occhio secco», alla quale hanno aderito i centri ospedalieri di Roma, Catania, Napoli, Milano e Varese, con la promozione di visite gratuite per appuntamento (per maggiori informazioni consultare il sito: www.centroitalianoocchiosecco.it).

Spesso quando, a causa dell’uso prolungato di pc e device, avvertiamo fastidio agli occhi, ci limitiamo ad utilizzare prodotti oftalmici come lacrime artificiali e colliri; a lungo andare, tuttavia, questo approccio sintomatico non solo perde di efficacia ma può addirittura risultare controindicato. Quando il problema si presenta con insistenza è, dunque, sempre bene consulatare un medico specializzato con cui concordare un’eventuale terapia, anche eventualmente d’avanguardia, quale è quella di rigenerazione delle ghiandole lacrimali palpebrali.

«E’ una sindrome con diverse cause – spiega Lucio Buratto, presidente del CIOS – ma è provocata dal malfunzionamento della ghiandola lacrimale: le palpebre, che normalmente si aprono e chiudono frequentemente, distribuiscono in modo continuo il film lacrimale sulla superficie dell' occhio. Tenendo la testa piegata sullo smartphone per ore, non solo la posizione porta ad aprire di più le palpebre e quindi maggiore è l'evaporazione del film lacrimale, ma soprattutto la maggior concentrazione porta ad ammiccare sempre meno e a lungo andare le ghiandole lacrimali si danneggiano. Si deve pertanto insegnare a tutti, soprattutto ai bambini, a usare lo smartphone con più accortezza e responsabilità»

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