La curcuma (in inglese turmeric) è una pianta perenne, spontanea, con larghe foglie e fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello zenzero e del cardamomo) e al Genere Curcuma.
La parte utilizzata della curcuma è il rizoma tuberizzato, ovvero la radice che contiene le molecole nutrizionali di riserva.
Il principio attivo della curcuma è la curcumina, che ha un sapore piccante, leggermente amarognolo, terroso e un odore simile alla senape.
Da millenni ormai la curcuma è utilizzata dai Paesi di origine, Asia Meridionale, in molte ricette, ma ultimamente si sta diffondendo il suo uso anche in Occidente.
Il rizoma può essere consumato fresco, per preparare insalate, zuppe, sughi e salse.
I polifenoli curcuminoidi, come la curcumina, che è il più studiato, sembrerebbero conferire alla curcuma diverse proprietà.
Tra gli effetti della curcuma i più conosciuti sono la sua azione coleretica e colagoga, cioè l’aumento della produzione di bile e il suo deflusso nell’intestino, che contribuisce a migliorare la funzione del fegato, l’eliminazione degli eccessi di colesterolo e a facilitare la digestione dei grassi.
La curcuma viene spesso suggerita anche nei casi di cattiva digestione (dispepsia) e contro meteorismo e flatulenza. Inoltre, sembra avere proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antiossidanti.
Si utilizza in cosmetica per le sue proprietà seboregolatrici e lenitive.
Infine, ci sono studi che suggeriscono che il consumo di curcuma possa aiutare a migliorare la memoria.
Ricordiamo però che il contenuto della spezia nell’alimentazione non è certo sufficiente a esplicare le azioni che abbiamo elencato quindi, prima dell’assunzione come integratore, è bene consigliarsi con il medico o il farmacista.
Tra le controindicazioni di questa spezia, la presenza di calcoli biliari, il reflusso gastro esofageo e, per l’assenza di studi in merito, gravidanza e allattamento.