Agosto è alle porte: mese in cui molti italiani partiranno verso soleggiate località di vacanza. Che si tratti di mare o di montagna, l’esposizione al Sole non dovrà mancare, perché, come ben si sa, l’abbronzatura non è solo un fatto estetico, è anche una questione di salute. La luce solare possiede, infatti, numerose proprietà benefiche per il nostro organismo: essendo la principale fonte di vitamina D è un valido alleato contro il cancro, aiuta nella guarigione della psoriasi (un disturbo della pelle), favorisce il rilassamento muscolare, migliora l’umore, eccetera.
E bene precisare, però, che se un po’ di Sole fa bene, troppo può risultare gravemente dannoso per la salute. In particolare è opportuno, nei primi giorni di esposizione, utilizzare le classiche creme che proteggono dai raggi ultravioletti (Uv). Siamo sicuri, tuttavia, di sapere come applicare correttamente queste creme? Stando a quanto emerso da una nuova ricerca, pubblicata su Acta Dermato-Venereologica, non conta tanto il fattore di protezione utilizzato (che deve essere, comunque, sempre adatto al proprio fototipo), quanto piuttosto la quantità di crema spalmata. Secondo Antony Young, autore dello studio e professore di fotobiologia del King's College London, le persone ottengono generalmente una minore protezione rispetto a quella che immaginano: ad esempio, se si utilizza una protezione 20 e si applica uno strato di crema da 0,75 milligrammi per centimetro quadrato, il livello di protezione si ridurrà a non più di 4.
Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno coinvolto 16 volontari, che sono poi stati divisi in due gruppi, entrambi inseriti in ambienti che mimavano le condizioni atmosferiche tipiche di una vacanza estiva in località soleggiate. Un gruppo si è esposto per una sola volta ai raggi ultravioletti con diverse quantità di crema applicata sul corpo, l'altro gruppo si è esposto per cinque giorni consecutivi, sempre con livelli variabilità di protezione solare sulla pelle.
Alla fine del periodo di osservazione, i ricercatori si sono resi conto che la quantità di crema solare applicata faceva una grande differenza: grazie a una biopsia è stato dimostrato che il gruppo ripetutamente esposto ai raggi Uv ha avuto un notevole danno al DNA nelle aree che non hanno ricevuto la protezione solare. Danni, però, che si sono ridotti quando la crema solare è stata applicata con uno spessore di 0,75 mg/cm2 e che si sono ridotti ancora di più quando sono stati applicati 2 mg per cm2 di crema, anche con dosi di raggi Uv più elevati.
Ma qual è dunque la quantità ideale di crema da applicare? Gli studiosi suggeriscono almeno 2 mg per centimetro quadrato: per avere un'idea della portata basti pensare che è circa il doppio di quella che solitamente spalmiamo sul nostro corpo.