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Pubblicità alimentare: attenzione alle false promesse

Sanihelp.it – Mai come oggi la pubblicità è piena di prodotti light, a basso contenuto di grassi e attenti alla linea. Ma è tutto vero? Come può il consumatore orientarsi nella selva di belle promesse? A questi e ad altri quesiti ha tentato di dare risposta la dottoressa Carla Favaro, docente di Scienze dell’Alimentazione all’Università Bicocca di Milano durante la conferenza Credere o non Credere. Le bugie di diete e pubblicità, organizzata dalla sezione milanese della Lega italiana per la lotta contro i tumori in occasione della settimana per la prevenzione oncologica.


Le premesse dell’esperta di alimentazione sono state fin troppo chiare: «Innanzitutto bisogna ricordarsi che lo scopo della pubblicità è vendere, mettendo in evidenza gli aspetti positivi e nascondendo quelli negativi».

Qualche esempio? La tanto decantata acqua povera di sodio, ad esempio, in realtà è del tutto inutile perché anche l’acqua del rubinetto è ben al di sotto del limite salutare per il nostro organismo. Il burro a basso contenuto di colesterolo in realtà è più dannoso del burro normale perché contiene quasi il doppio di acidi grassi saturi (molto più dannosi del colesterolo.

Lo stesso vale per i cosiddetti oli dietetici, che in realtà di dietetico hanno ben poco, poiché tutti gli oli contengono la stessa quantità di calorie, cioè 9 per grammo.

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