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I calciatori professionisti sono 5 volte più esposti delle persone comuni a un disturbo di origine nervosa chiamato ALS, che causa paralisi e a volte la morte.
A sostenerlo è uno studio su 7000 calciatori italiani pubblicato sul New Scientist magazine, condotto in seguito alla scoperta di 33 casi di ALS tra calciatori negli anni precedenti.
La malattia è dovuta alla morte dei neuroni motori che controllano il movimento a livello cerebrale e spinale; al momento non esiste una cura, e le cause sono sconosciute.
Il dottor Adriano Chiò e i colleghi dell’Università di Torino, che hanno condotto la ricerca, ipotizzano però che l’insorgere della malattia tra i calciatori possa essere legato a infortuni sportivi, assunzione di farmaci dopanti e esposizione ai fertilizzanti e agli erbicidi usati nei campi di calcio, oltre che a fattori genetici.
Il collegamento tra sport professionistici e disturbi motori, tuttavia, non è ancora dimostrato scientificamente, come spiega il dottor Brian Dickie della Motor Neurone Disease Association.
Che aggiunge: «Per arrivare alla radice del problema bisognerà indagare ancora».