Sanihelp.it – I sopravvissuti al maremoto asiatico ora sono esposti a un nuovo rischio: le infezioni, potenzialmente mortali, dovute a un fungo che ha contaminato le acque.
Il fungo si è sviluppato dalla decomposizione dei detriti, e ha già fatto registrare il primo contagio, un turista australiano ferito che durante il maremoto ha ingerito molta acqua contaminata.
L’uomo è stato trasferito dallo Sri Lanka al reparto malattie infettive dell’ospedale Saint Gorge di Sidney.
I tessuti colpiti da infezione micotica sono stati rimossi, ma la prognosi resta riservata.
A causa della difficoltà di diagnosi, i medici ipotizzano che molte altre persone, sopravvissute allo tsunami, potrebbero essere affette senza saperlo dalla stessa infezione. Oltretutto, il trattamento per debellare il fungo è lungo e complesso, e nelle zone colpite potrebbero mancare le cure necessarie, tra cui la camera iperbarica per l’ossigenoterapia e alcuni antibiotici multipli molto costosi.
Questo caso ha messo in luce un’evidenza particolare: per individuare le eventuali epidemie in incubazione nelle zone del maremoto, il migliore campanello d’allarme sono gli stranieri ricoverati nei loro paesi d’origine.