Sanihelp.it – Il Natale è la festa della famiglia: l’immagine canonica della Notte Santa è quella della famiglia che si ritrova intorno a un tavolo imbandito, scarta i doni sotto l’albero, si reca in chiesa allo scoccare della mezzanotte.
Ma il Natale è soprattutto la ricorrenza più amata dai bambini, che gongolano al pensiero della pausa scolastica e della cascata di regali in arrivo.
Purtroppo però questa circostanza gioiosa può accrescere la sofferenza di quei bambini che non hanno una famiglia unita e che quindi vivono il Natale come un momento di stress emotivo.
Quella delle famiglie divise è una realtà molto presente nel nostro Paese: attualmente in Italia sono due milioni i genitori separati, e i divorzi sono in crescita.
Non sono pochi quindi gli sfortunati bambini che devono scegliere se passare il Natale con la mamma o con il papà.
Ma cosa dice la legge?
«Attualmente non c’è una normativa che stabilisca come due genitori separati possano gestire il ponte natalizio», risponde la dottoressa Cristina Cesana, mediatore familiare.
«Di prassi viene concordata, dalla coppia in sede di ricorso per separazione consensuale o su ordine del giudice in sentenza, una suddivisione flessibile del periodo, che permetta ai genitori di conciliare gli impegni con eventuali trasferte.
Tuttavia è buona norma definire che il figlio trascorra una delle due festività (Natale o Capodanno) con il papà e l’altra con la mamma. Magari prevedendo un’alternanza nel corso degli anni».
E al di là delle pratiche giudiziarie, cosa è meglio per il bambino: vedere la propria famiglia riunita almeno per la parentesi di festa o mantenere separati i momenti di festeggiamento per non confonderlo?
«Ogni figlio desidera vedere insieme i genitori nelle occasioni per lui importanti: la recita, il compleanno, la gara sportiva. Ciò è tanto più vero per il figlio di genitori separati.
Ma il punto è un altro. È necessario valutare la qualità della relazione che i genitori hanno tra loro: se il rapporto tra gli ex coniugi è conflittuale, sarà più opportuno ridurre al minimo i momenti comuni, che costituirebbero solo occasioni di scontri».
Inoltre, spiega ancora la dottoressa, c’è la possibilità di una lettura equivoca da parte del bambino: «i figli di genitori separati, indipendentemente dall’età, sono portati a interpretare piccoli gesti o frasi come indizi di un possibile riavvicinamento dei genitori.
L’ostentazione di una falsa armonia tra mamma e papà potrebbe confondere il bambino, che non capirebbe più la realtà. Ciò gli impedirebbe di attivare le risorse per accettarla e gestirla».