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In classe senza lacrime

Sanihelp.it – Eh già, il primo giorno di scuola è uno di quei momenti in cui le lacrime non mancano: quelle dei bambini, confusi e disorientati, ma anche quelle di molti genitori.


Per averne la conferma basta passare dai cancelli di qualsiasi scuola materna o elementare nell’orario di apertura.
Difficile non immedesimarsi nella scena: il tuo piccolo, che fino a poco tempo fa tenevi tra le braccia al sicuro dal mondo, ora si avvia verso il portone con lo zainetto più grande di lui, e prima di scomparire si gira un’ultima volta a salutarti con la manina… come non cedere alla commozione?

Le lacrime, però, non sono solo di soddisfazione e di orgoglio.
Il primo giorno di scuola rappresenta un brusco distacco anche per te: devi privarti della presenza del tuo bimbo, rinunciare per molte ore al tuo controllo su di lui, e lasciare che qualcun altro si sostituisca a te nel ruolo di educatore.

Senza volerlo, già una settimana prima ti ritrovi a pensare con una punta di gelosia a quando lui non poteva vivere lontano te, e iniziano ad assalirti molte paure.
Si tratta di una razione normale, ma che non deve essere assolutamente percepita da bambino.

Per far prevalere la sua curiosità sulla paura, i genitori dovranno mostrarsi tranquilli e fiduciosi sia sulla scuola in sé che sulla sua capacità di affrontare questo passaggio.
Certo non è facile rendersi conto di colpo che non si può vivere in simbiosi con il proprio figlio per tutta la vita, e che da questo momento in poi lui inizierà a relazionarsi da solo con il mondo degli adulti, ma bisogna capire e accettare questo passaggio, per evitare di opprimere il bambino con la propria apprensione.
Altrimenti si rischia di aggravare i suoi timori, e la sua naturale indisponibilità verso ogni forma di distacco dal guscio familiare.

Insomma, bisogna armarsi di coraggio e accompagnare il piccolo allegri e sorridenti.
Per facilitare il compito è utile preparare il terreno in anticipo, portandolo a vedere la futura scuola e incoraggiandolo a vivere il nuovo percorso come un viaggio avventuroso, senza troppa ansia per lettere e numeri.

Mentre si scorta il neo-scolaro verso il debutto, un consiglio utile è evitare di pronunciare troppo spesso frasi come «Ora sei diventato grande», perché il piccolo potrebbe pensare che diventare grandi in fin dei conti sia pericoloso e corrisponda alla perdita di protezione della famiglia.


È fondamentale anche stringere un buon rapporto con le educatrici, lasciando da parte gelosie e competizioni, perché accordare fiducia a chi si occupa del proprio figlio contribuirà a ricreare un ambiente familiare e rilassante, e se il bambino capirà che c’è una buona intesa tra gli adulti vincerà più facilmente il timore della novità.

Una volta arrivati in classe, almeno per i primi giorni si può rimanere qualche minuto con il piccolo, ma quando suona la campanella è inutile spacciarsi per alunni un po’ troppo cresciuti: è ora di andarsene!

Un ultimo suggerimento: ricordate a vostro figlio l’orario in cui tornerete a prenderlo, e cercate di essere puntuali nel mantenere la promessa; in questo modo lo rassicurerete sul fatto che si tratta davvero di un distacco momentaneo.

Alla fine delle lezioni, poi, accoglietelo come un piccolo eroe, riempiendolo di baci e di domande e magari premiandolo con un piccolo regalo. Unica avvertenza: queste attenzioni non devono trasformarsi negli unici stimoli che il piccolo ha per tornare in classe.

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