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È solo un gioco!

Sanihelp.it – A volte il bullismo può prendere le forme di una prevaricazione di tipo sessuale.  
 
I ragazzi si sentono in qualche modo superiori alle coetanee dell’altro sesso e per mettere in mostra la loro virilità impongono alle compagne »giochetti» offensivi e irrispettosi.  
 
Spesso le ragazze si vergognano a denunciare i piccoli o grandi abusi subiti perché si accusano di avere in qualche modo incoraggiato queste attenzioni con atteggiamenti ambigui.  
 
Talvolta però i ruoli si ribaltano, e non sono più le ragazze a dover subire molestie sessuali. Facciamo un esempio.  
 
In una classe di una scuola media milanese, una ragazza alta e muscolosa si dedica a un singolare passatempo: sfruttando la sua ponenza fisica si diverte a buttarsi letteralmente addosso ai compagni maschi, atterrandoli sul pavimento e sottoponendoli a imbarazzanti palpeggiamenti nelle zone intime.  
 
All’inizio i maschietti non hanno nulla in contrario, anzi, tutto sommato per loro questo gioco non è poi così male.  
Tuttavia con il passare del tempo questo diversivo si trasforma in un’abitudine: la compagna irruente coglie ogni occasione di distrazione degli insegnanti per mettere in atto la sua prevaricazione fisica.  
 
Alle prime ammonizioni da parte dei professori, la ragazza risponde: «È solo un gioco, e poi loro ci stanno».  
In effetti il ruolo di vittime indifese dei ragazzi viene da loro abilmente sfruttato come alibi per subire queste »attenzioni».  
 
A un certo punto gli insegnanti realizzano che questo giochetto trova un ambiente congeniale nell’aula dedicata ai laboratori artistici, la cui struttura allungata non permette un controllo omogeneo e simultaneo della classe.  
 
Per arrestare la situazione, si decide di cambiare aula, di aumentare il controllo sui momenti di libertà degli studenti, e in particolare di tenere d’occhio la ragazza focosa.  
 
Questo ovviamente è solo un modo per procrastinare la ricostruzione delle circostanze della prevaricazione in un altro contesto (dinamica assai frequente).  
 
Una strategia costruttiva e duratura consiste invece in un intervento di educazione alla sessualità che trasmetta agli adolescenti (e soprattutto alle ragazze un po’ »intraprendenti») l’idea di dignità personale e sessuale.


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