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Quando arriva il primo amore

Sanihelp.it – «Mamma, mi sono innamorata!».


La prima volta che ci si sente dire questa frase, un po’ di shock è inevitabile. Soprattutto considerando che il bimbo o la bimba in questione potrebbe essere ancora sui banchi delle elementari.

Infatti, come ci spiega la psicologa e sessuologa Jole Baldaro Verde, presidente del Centro Interdisciplinare per la ricerca in sessuologia di Genova, soprattutto nelle bambine è possibile che i primi romantici sentimenti di attrazione verso l’altro sesso si sviluppino già prima della pubertà.

Non esiste un’età standard dell’innamoramento. Nella maggioranza dei casi, però, l’arrivo di Cupido coincide con quello della pubertà, la difficile e complessa fase di maturazione sessuale che inizia verso i 13-14 anni.

Specialmente per le bambine, ma guai a chiamarle così, si tratta di un vero e proprio terremoto.
Gli ormoni si scatenano per l’arrivo del menarca, e insieme alla crescita di seno e peli pubici comportano l’attivazione dell’attrazione sessuale a livello cerebrale.

Alla maturità sessuale fisica, sancita dalla possibilità di procreare, non corrisponde però una pari maturità psicologica, e questo comporta forti sbalzi d’umore. In questa sorta di sindrome premestruale amplificata, esaltazione e tristezza si alternano vorticosamente, e i sentimenti irrompono in modo incontrollabile prendendo il sopravvento su tutto.

Niente paura se a rimetterci sono il rendimento scolastico o lo sport preferito: è un effetto assolutamente normale dell’adolescenza, purché non si superino i limiti accettabili.


Lo dicono anche le statistiche: tra i 12 e i 19 anni il 70% delle ragazze abbandona sport e hobby in nome di ben altre passioniàƒÂ¢à‚€à‚¦vuoi mettere le noiose lezioni di chitarra con l’amore del momento?

E poi c’è il tempo da dedicare al look, fondamentale per una ragazzina: accettare i bruschi mutamenti del proprio corpo è difficile, e il complesso del non mi piaccio è sempre in agguato, fomentato dai confronti con le modelle mediatiche. Non a caso questo è il periodo più a rischio per i disturbi alimentari.

Ma cosa può fare un genitore? Vigilare con discrezione, senza banalizzare né drammatizzare un momento tanto delicato, e disporsi all’ascolto su tutti i fronti. Soprattutto su quello del sesso.

È dura da ammettere, ma oggi la sessualità è sempre più precoce, e bisogna sforzarsi di accettare che quella che ogni mamma vede ancora come la sua bambina sta ormai scoprendo il piacere fisico.

«È importante», dice la Baldaro, «che una ragazza in questa fase viva bene la scoperta delle sue risposte fisiche, senza vergogna, ma anzi come stimolo a conoscere meglio il suo corpo. In questo senso l’autoerotismo è un’attività sana e fisiologica, che prelude a rapporti sani con l’altro sesso».

Non è detto che poi questi fatidici rapporti si concretizzino subito: di solito prima passano attraverso una fase di sogni e innamoramenti platonici, magari per il cantante preferito.
Ma prima o poi il momento dell’intimità fisica arriva, ed è importante che sia un processo graduale e sereno.

In questo è fondamentale il ruolo di una guida e confidente adulta, mamma o sorella che sia: può sconfiggere i rischi legati alla disinformazione, come le malattie a trasmissione sessuale o le gravidanze indesiderate.

«Un buon consiglio», conclude la dottoressa, «è quello di accompagnare la ragazzina dal ginecologo per un primo incontro. Non è necessario fare subito la visita medica: l’importante è stabilire un legame di fiducia, utile per le esperienze future».

Se vuoi saperne di più sulla prima visita ginecologica, leggi l’intervista di Sanihelp.it: la parola va direttamente al ginecologo

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