Sanihelp.it – Si aggirano di notte, d’estate, tra giardini e balconi, cercando di entrare nelle nostre case con un solo obiettivo: succhiarci il sangue.
Ma cosa avete capito? Sono le zanzare, non i vampiri!
Come ognuno avrà provato sulla propria pelle, le fastidiose ospiti delle notti calde si divertono a interrompere sonni con il loro ronzio, e a lasciare pruriginosi ricordini.
In Italia ne esistono oltre 60 specie, tutte appartenenti alla famiglia dei culicidi. Che vogliano vendicarsi per il nome?
Dopo la nascita, che avviene sull’acqua e possibilmente con temperature elevate, le larve si trasformano in pupe e quindi in zanzare adulte, pronte per il pasto a base di qualche goccia del nostro sangue.
Ma questo non vale per tutte le zanzare: anche se gli adulti di entrambi i sessi si cibano di linfe zuccherine, sono solo le femmine a pungere e succhiare il sangue di anfibi, uccelli o mammiferi, da cui ricavano la fonte proteica necessaria per portare a maturazione le uova.
Cuore di mamma insommaà¢àÂঠe per raggiungere i bersagli migliori alcune zanzare femmina sono in grado di volare anche per 10 chilometri!
Il maschio, intanto, non si allontana mai troppo dal nido e fa poca fatica.
Vista da questa ottica forse la zanzara può sembrare meno antipatica, ma il problema resta.
Soprattutto nei focolai larvali e nelle zone a maggiore densità di zanzare, la disinfestazione resta un obbligo nei confronti della popolazione, che cerca di difendersi come può con zanzariere, spray, fornelletti, cerotti e chi più ne ha più ne metta.
Le strategie di lotta messe a punto dai diversi enti che si occupano del controllo e contenimento delle zanzare hanno raggiunto ottimi risultati utilizzando larvicidi a basso impatto ambientale (il bacillus thuringiensis israelensis) e predatori come la Gambusia Holbrooki.
Il lavoro di controllo, invece, consiste nella mappatura del territorio per individuare i focolai larvali, e nel biomonitoraggio tramite trappole specifiche. Grazie all’esame degli insetti catturati, è possibile stabilire l’andamento delle popolazioni delle diverse specie, e definire fasi di lotta e soglie di tolleranza.
Gli enti preposti a queste attività si occupano anche di organizzare progetti di lotta per situazioni specifiche più gravi, di controllare gli interventi larvicidi delle zone a rischio come risaie e bacini di lagunaggio, di sperimentare nuovi prodotti e di istruire enti pubblici e cittadini su come affrontare l’emergenza zanzare.
Una particolare attenzione, ad esempio, va dedicata alla famigerata zanzara tigre (Aedes albopictus), così chiamata per la sua aggressività nei confronti dell’uomo.
Diffusasi in tutto il mondo attraverso il commercio degli pneumatici, in cui nidifica, è un ottimo vettore di virus esotici quali la dengue e la febbre gialla.
La pericolosa zanzara ha fatto la sua comparsa in Italia nel 1990, e da allora la sua presenza è stata segnalata in più focolai, ma niente paura: la battaglia ingaggiata contro di lei è risultata vittoriosa per scienziati e entomologi, che sono riusciti a contenerla entro livelli non nocivi o addirittura a debellarla.
Le armi? Disinfestazione capillare, controlli tempestivi e bonifica dei depositi di pneumatici.
Anche l’importanza della prevenzione non va sottovalutata: ecco cinque regole per evitare il proliferare della zanzara tigre e non solo.
- Svuotare ogni settimana sottovasi, secchi, ciotole per l’acqua del cane, etc.
- Evitare la formazione di ristagni eliminando i contenitori inutili o coprendoli affinché non accumulino acqua.
- Spruzzare ogni settimana i tombini con normale insetticida spray ed accertarsi che le grondaie scarichino correttamente.
- Coprire accuratamente e senza lasciare fessure vasche e bidoni per l’irrigazione, affinché le zanzare non possano raggiungere l’acqua per riprodursi.
- Introdurre nelle fontane e nelle vasche alcuni pesci che si ciberanno delle larve della zanzara, bloccandone la riproduzione.
Seguendo questi accorgimenti dovreste ridurre il rischio-zanzare. Ma se vi trovate una puntura di troppo rassegnatevi, non vi resta che ricorrere a una pomata specifica!
Fonte: Centro Agricoltura Ambiente “Giorgio Nicoli”, Crevalcore (Bologna)