Advertisement
HomeNewsNeonatologia: ciak, si nasce!

Neonatologia: ciak, si nasce!

Sanihelp.it – Ci siamo. Dopo nove mesi trascorsi nel sacco amniotico, arriva il momento del parto.
Con grande coraggio per le sue dimensioni, il neonato affronta lo shock del passaggio alla vita vera, o almeno quella che conosciamo noi.
Da quel momento, è subito un susseguirsi di minuti febbrili.


Nei normali casi di parto eutocico, subito dopo la nascita il bambino approda nell’isola neonatale.
Lì, tra le mani esperte delle puericultrici, viene posto su un lettino riscaldato da una lampada radiante, asciugato con panni sterili e sottoposto all’aspirazione delle mucosità dalla bocca e dalle prime vie aeree.
Dopodiché comincia la prima valutazione clinica.
Si tratta del test di Apgar, che viene eseguito a 1 e a 5 minuti dalla nascita: vengono misurati cinque parametri, cioè battito cardiaco, attività respiratoria, riflessi, tono muscolare e colorito della cute.
Considerando che viene assegnato a ogni parametro un punteggio da 0 a 2, è ritenuto normale un punteggio uguale o superiore a 7.

Secondo passaggio: viene verificata la pervietà degli orifizi naturali e dell’esofago, e reciso alla base il cordone ombelicale con un’apposita pinza che viene rimossa nella quarta giornata di vita.

Dopo questi frenetici e incomprensibili movimenti, finalmente un po’ di relax: è il momento del bagnetto di pulizia, il primo della vita.
Ma per l’agognato ritorno dalla mamma il neonato deve attendere ancora: bisogna misurare i parametri biometrici, cioè peso corporeo, lunghezza e circonferenza cranica.
Poi, finalmente, il ricongiungimento tra madre e figlio.
L’emozione e l’importanza di questo momento hanno convinto sempre più medici a diffondere la pratica del rooming inn, ossia la degenza del neonato insieme alla mamma e non nella nursery.
Questo per creare e migliorare il rapporto psico-affettivo tra mamma e bambino, e per permettere l’allattamento al seno a richiesta.

Nei primi due-tre giorni, infatti, non viene somministrata alcuna aggiunta di latte artificiale, eccetto che in casi particolari.
L’allattamento al seno è la chiave che ha permesso alla razza umana di selezionarsi e moltiplicarsi nel corso dell’evoluzione, proteggendo il bambino da agenti infettivi esterni grazie ai suoi nutrienti.
Non dimentichiamo poi che la produzione di latte è stimolata dalla suzione del bambino: per questo è così importante allattare il prima possibile.

Sicuramente lui, il bambino, una volta lì attaccato non vorrebbe altri disturbi, ma i primi giorni di vita richiedono molte cure di profilassi.
Innanzitutto viene somministrata per via intramuscolare la vitamina k, fondamentale nei processi coagulativi e scarsamente assorbita dalla placenta.
Poi, per la prevenzione delle congiuntiviti connatali, gli occhi dei neonati vengono lavati con collirio ad azione anti-infettiva.

In quarta giornata di vita viene eseguito il test di Guthrie, obbligatorio per legge: prelevando poche gocce di sangue dal tallone è possibile diagnosticare la fenilchetonuria, l’ipotiroidismo congenito e la fibrosi cistica, guaribili se curate tempestivamente.
Non meno importante la cura del moncone ombelicale: tenendolo asciutto e pulito con garze sterili cadrà naturalmente tra i 4 e i 10 giorni di vita.
Ma a questo punto, in assenza di complicanze, il piccolo è pronto per tornare a casa, e per entrare definitivamente nella vita.
 


Video Salute

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...