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Secondo un recente studio, assumere elevate quantità di carni rosse e di prodotti ittici aumenta significativamente il rischio di gotta, a causa delle purine che questi alimenti contengono.
«Fin dall’antichità alcuni fattori collegati all’alimentazione sono stati ritenuti responsabili della gotta, pur senza riscontri effettivi», ha spiegato il dottor Hyon K. Choi del Massachusetts General Hospital di Boston.
«Ai pazienti affetti da gotta si è sempre consigliato di astenersi dal consumo di alimenti ricchi di purine come carne, pesci, crostacei, proteine animali e alcune verdure, ma non è mai stato confermato alcun collegamento».
Choi e i suoi colleghi hanno voluto trovare questi collegamenti, esaminando i potenziali fattori di rischio di gotta nella dieta di 47.150 uomini, con lo studio denominato Health Professionals Follow-up Study.
Sono stati impiegati questionari sulla frequenza di consumo dei vari cibi, per valutare l’alimentazione nell’arco di 4 anni.
In un periodo di 12 anni, sono stati documentati 730 nuovi casi di gotta tra i partecipanti allo studio: il 41% di loro consumava grandi quantità di carne, e il 51% prodotti ittici.
Invece, né le proteine, né le verdure ricche di purine come piselli, fagioli, funghi, cavolfiore e spinaci, hanno incrementato l’insorgere della malattia.
Buone notizie per i latticini a basso contenuto di grassi: mangiarli spesso riduce il rischio di gotta del 44%.
Secondo i ricercatori non hanno influito sui risultati altri fattori di rischio tradizionali come sovrappeso, ipertensione, età avanzata, consumo di alcolici, uso di diuretici e insufficienza renale cronica.
«Contrariamente all’opinione diffusa, il controllo della dieta e la modifica dei comportamenti alimentari potrebbe avere un impatto notevole sulla riduzione del rischio di gotta» ha spiegato Choi.
Certo per curare i pazienti affetti da gotta non si possono escludere i trattamenti medici a lungo termine, necessari per ridurre i livelli ematici di acido urico nelle articolazioni.
Ma rinunciare qualche volta a una bella bistecca è un sacrificio utile.
FONTE: New England Journal of Medicine.