Sanihelp.it – La scoliosi è una malattia che può avere conseguenze limitate, ma può anche creare gravi deformità irreversibili, con importanti complicazioni cardio-respiratorie e di limitazione funzionale.
Quando parliamo di scoliosi ci riferiamo a una malformazione strutturale e non a una imperfezione causata da posture scorrette. Per questo motivo per essere curata e quindi arrestata senza gravi conseguenze deve essere individuata precocemente, meglio nel periodo pre-puberale.
La diagnosi precoce rappresenta dunque l’arma più efficace per un intervento sistematico sulla popolazione a rischio.
Una volta individuata bisogna decidere in che modo porvi rimedio. Da questo momento in poi, però, non esiste una maniera univoca di procedere perché la scoliosi non può essere trattata sempre nello stesso modo. Ad affermarlo, attraverso una recente pubblicazione intitolata sizing up scoliosis (esaminando la scoliosi) è il dottore Paul Sponseller professore di Chirurgia Ortopedica presso la Johns Hopkins University di Baltimora.
L’esperto osserva che il trattamento della scoliosi è alquanto variabile e che non esiste alcuna indicazione scientificamente convalidata che possa guidare i pazienti in modo infallibile verso un approccio di trattamento ottimale.
I pazienti devono adattare le loro preferenze, le loro aspettative e la loro tolleranza per il rischio alle opzioni di trattamento disponibili.
Il corsetto per le curve moderate negli adolescenti scheletricamente immaturi trova supporto negli studi prospettivi e multicentrici mentre la correzione chirurgica è un’opzione per gli adolescenti con curve superiori a 45 gradi.
L’intervento chirurgico, a causa dei potenziali effetti a livello polmonare della scoliosi, è preferito da molti specialisti per le curve dorsali, specialmente se superiori a 60 gradi. Si ricorre all’intervento anche a causa del dolore, dell’aspetto estetico e della disfunzione neurologica.
fonte: Gruppo di studio della scoliosi e delle patologie vertebrali