Sanihelp.it – L’importante è capire quanto l’ambientamento sia importante a nuotare.
Sia gli adulti che i ragazzi, ai primi passi nell’imparare a nuotare, trovano restrizioni e atteggiamenti che fanno capire quanto l’elemento acqua possa crear preoccupazioni o timori.
L’ambientamento acquatico, soprattutto se non si tocca a terra, è un ambiente insidioso dove la fiducia in se stessi e in chi ci circonda viene a mancare.
Già di per se, l’espressione “
tenersi a galla
” contiene un errore di interpretazione, indica un comportamento attivo che impegna il suo esecutore a rimanere “aggrappato” alla superficie dell’acqua come se si afferrasse qualcosa per evitare di cadere in fondo.
L’acqua non è solida ne stabile, non si possono seguire le stesse regole a cui siamo abituati sulla terra ferma. Dobbiamo fidarci di una situazione instabile e mutevole, quando siamo abituati a cercare il contrario, cioè la stabilità e solidità. Ci viene chiesto di avere fiducia in qualcosa di esterno a noi, quando di solito cerchiamo di controllare, il più possibile, noi stessi e il nostro mondo. Non siamo noi che ci dobbiamo tenere a galla, ma è l’acqua che ci sostiene. Invece di “tenerci” bisogna “lasciarci andare”.
L’ambientamento insegna a comportarsi con i modi e con i tempi adeguati all’elemento, che richiede gesti lenti e ampi, decisi ma morbidi. I movimenti forti e veloci, o rapidi e brutali invece, sono decisamene controproducenti per una valida nuotata. Una buona propulsione e un buon galleggiamento derivano da un attento controllo dei propri impulsi gestuali.
Una buona fase di ambientamento ci aiuterà ad imparare a nuotare, ad esser più sciolti, disinvolti e vedere l’acqua come uno strumento di rilassatezza.
Il movimento non può avere le stesse caratteristiche del movimento all’asciutto. Deve essere lento e lungo: se ci si muove bruscamente si “taglia” l’acqua e non si riesce ad avanzare.
La respirazione deve essere anche essa lenta e tranquilla.
L’ambientamento va oltre il gesto tecnico,ed è la capacità che abbiamo di adattarci al nuovo elemento, sfruttandone le qualità e adeguando il nostro modo di muoverci e respirare.
Dopo un adeguato ambientamento ci si trova a stare nell’acqua nel modo più semplice e meno faticoso.