Sanihelp.it – Nel 2001-2002 l’andamento delle patologie influenzali è stato intermedio rispetto alle epidemie degli anni 1999 – 2001. La diffusione è stata bassa fino alla fine del 2001, per poi aumentare progressivamente nel corso dell’ultima settimana di dicembre. Rispetto alla stagione 1999-2000, l’inizio della fase ascendente è stato raggiunta in ritardo, ma più precocemente rispetto alla stagione 2000-2001.
Il
picco di attività
si è registrato nella prima settimana del febbraio 2002, con un’incidenza totale di 8,7 casi per 1000 assistiti. Precedentemente i picchi rilevati erano rispettivamente di 11,9 casi per 1000 assistiti, nella terza settimana di gennaio 2000, e di 5,5 casi per 1000 assistiti nella seconda settimana di febbraio 2001.
Come nelle passate stagioni,
la fascia di età maggiormente colpita
è stata quella da 0 a 14 anni, con un’incidenza massima di 27,5 casi per 1000 assistiti, nella settimana di picco. Nei soggetti di età pari o superiore a 65 anni, l’incidenza è stata nel complesso molto bassa, con valore massimo di 2,7 casi per 1000 assistiti raggiunta circa alla fine del febbraio 2002. Nella classe di età da 15 a 64 anni l’incidenza massima, osservata nella prima settimana di febbraio2001, è stata di 6,7 casi per 1000 assistiti.
Questi dati, abbastanza positivi, possono essere dovuti sia alla parziale immunità derivante dalle ripetute esposizioni a ceppi virali influenzali circolanti nelle precedenti stagioni, sia alla buona risposta alle precedenti campagne vaccinali antinfluenzali.
Globalmente (dati del 28 aprile 2002), sono stati raccolti 1.686 campioni, dei quali il 19% è risultato positivo ai virus influenzali. I ceppi virali identificati sono stati in totale 316, di cui 45 appartenenti al sottotipo A2(H3N2), 2 al sottotipo A1(H1N1) e 265 al tipo B; quattro ceppi virali non sono stati sottotipizzati.
FONTE CIRCOLARE NUMERO 1 DEL PRIMO LUGLIO 2002
PREVENZIONE E CONTROLLO DELL’INFLUENZA