Sanihelp.it – Una rete di protezione per i bimbi affetti da ADHD (Disturbo da deficit di attenzione e iperattività), affinché l’uso dei farmaci sia costantemente controllato e appropriato e perché venga impedito ogni possibile abuso.
E’ questo il progetto, presentato oggi a Milano, che sta prendendo vita in Lombardia, sulla base delle indicazioni fornite dal Registro nazionale ADHD, attivato l’8 marzo scorso dall’Agenzia del farmaco.
Dei complessivi 33 servizi di neuropsichiatria infantile presenti sul territorio lombardo e già attivi nella diagnosi e nella presa in carico dell’ADHD, saranno circa 20 quelli con caratteristiche tali da essere considerati idonei a diventare centri regionali di riferimento per la terapia farmacologia dell’ADHD. La Lombardia risulterà quindi essere una delle regioni più attive, dopo Piemonte ed Emilia Romagna, nella gestione di un disturbo che incide sulla popolazione pediatrica tra il 3 e il 5%.
Solo in Lombardia ne sono interessati tra i 20 e i 40 mila bambini, di cui 10 mila con una diagnosi di ADHD severo. «I servizi territoriali di neuropsichiatria infantile e adolescenziale (Npia) hanno il compito di occuparsi della prevenzione, diagnosi, cura, e riabilitazione delle patologie neurologiche, tra cui l’ADHD», ha spiegato nel corso della presentazione Antonella Costantino, direttore dell’Unità operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico, della Mangiagalli e del Regina Elena di Milano.
«Dopo una prima visita specialistica viene iniziato il percorso di riabilitazione», ha chiarito l’esperta, «cui segue la diagnosi e la scelta degli interventi necessari. Nei casi più gravi può essere fatta la proposta di terapia farmacologica, ma solo il centro di riferimento regionale può confermare l’uso del farmaco».
Questo sistema, come ha spiegato NCHE Dante Besana, direttore della struttura di Neuropsichiatria infantile di Alessandria, è invidiato in tutto il mondo, e assicura al nostro Paese di non incorrere nelle accuse frequenti di abusi di farmaci nella terapia dell’ADHD.