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Se il caffè fa male ce lo dicono i geni

Sanihelp.it – La caffeina non fa male a priori, i suoi effetti sul nostro organismo dipendono da come metabolizziamo la caffeina una volta ingerita. Secondo uno studio canadese dell’università di Toronto, pubblicato sul Journal of American Medical Assosiation, rivela che se il merabolismo della caffeina è troppo lento le possibilità di un infarto aumentano fino al 64%.


E, cosa ancora più importante, le differenze metaboliche nell’assimilazione della caffeina fanno parte del nostro patrimonio genetico. Quindi la nostra capacita di smaltire con efficacia il contenuto della tazzina quotidiana di caffè è insito nei nostri gen e sembra dipendere dall’enzima CYP1A2, che esiste in due varianti: la 1A, che carattrizza il metabolismo veloce e la 1F, che indica invece un metabolismo lento.

Dallo studio è emerso che nei soggetti con un metabolismo lento della caffeina il rischio aumenta, anche in base al numero di tazzine consumate. Il pericolo di infarto può crescere di un terzo per due o tre tazze di caffè al giorno ma può arrivare anche a due terzi per chi beve più di quattro tazze ogni giorno.

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FonteAnsa

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