Sanihelp.it – 1. La cefalea ricorrente è frequente in età pediatrica.
2. Pur essendo raramente un segnale di una grave malattia, il pediatra deve essere in grado di escluderla e può farlo con una visita medica ma ancora meglio con l’aiuto della mamma e di una sua attenta osservazione delle modalità di manifestazione del dolore.
3. L’osservazione accurata, meglio se scritta, aiuta a diagnosticare la causa: tenere un diario aiuta a risalire ai denominatori comuni degli episodi di mal di testa. Il diario è importante anche in previsione di un’eventuale visita presso un ambulatorio ospedaliero che si occupa di cefalea in età pediatrica, strutture in cui questa prassi è vivamente consigliata.
4. È importante farsi raccontare dal piccolo l’intensità del dolore, per esempio ricorrendo a un giochetto: il bambino può dare un voto al suo dolore: per esempio, 10 se fortissimo e insopportabile, 7 se tanto forte da doversi sdraiare un poco, 5 se può continuare a giocare nonostante il dolore.
5. Grande attenzione deve essere posta ad altri possibili sintomi, soprattutto alla presenza di vomito.
6. Regolari controlli dall’oculista permettono di escludere la presenza di disturbi della vista.
7. Bisogna fare grande attenzione all’impiego del tempo e agli stili di vita del bambino.
8. È sempre opportuno mantenere un dialogo e una condivisione delle scelte che riguardano il bambino.
9. In caso di mal di testa è consigliabile iniziare precocemente la terapia concordata con il pediatra, prima che il dolore diventi troppo forte.
10. Esistono diversi preparati indicati per la prevenzione degli episodi di cefalea (calcioantagonisti, betabloccanti, antidepressivi, magnesio ecc.): si ricorre a queste terapie solo in casi particolari (più di 4 episodi al mese della durata di più di 4 ore con intensità medio-grave) e sarà il pediatra a valutarne volta per volta l’opportunità.